Il quotidiano britannico The Telegraph, citando un ricercatore dell’Università di Cardiff, Jan Bondeson, racconta di come i nazisti erano riusciti ad insegnare a leggere e, in alcuni casi anche a parlare, ai cani. Secondo la notizia che, riprende alcuni documenti pubblicati da Bondeson nel suo libro sui “cani-meraviglia” della Storia, i nazisti addestravano i cani con il fine ultimo di mandarli a combattere al posto degli uomini. E, sempre secondo questi documenti, alcuni cani avrebbero imparato a “scrivere” battendo le zampe o abbaiando un certo numero di volte per ogni lettera; un terrier di nome “Rolf” avrebbe addirittura scritto poesie e chiesto a una nobildonna in visita alla scuola se fosse in grado di scodinzolare.

 Altri sarebbero stati addirittura in grado di imitare la voce umana (ovviamente “mein Fuehrer” faceva parte integrante del vocabolario, insieme a “ho fame”). Il progetto – che contava sul patrocinio dello stesso Hitler, un amante dei cani – affondava le sue radici già negli anni Venti, quando apparvero in Germania numerosi “neopsicologi animali”, che ritenevano per esempio i cani capaci di pensiero astratto.
di Redazione
25 maggio 2011