I Consigli della dott.ssa Giulia Mori
Sergio, 57 anni, giunge al mio ambulatorio perché da qualche giorno non riesce più ad alimentarsi correttamente a causa di un fastidioso “mal di stomaco” con senso di gonfiore e nausea.
Vado a vedere la sua cartella clinica e scopro che l’anno passato di questi tempi ha eseguito una gastroscopia per lo stesso motivo e la diagnosi era “Ulcera duodenale” per la quale aveva assunto dei farmaci che evidentemente avevano fatto effetto, visto che non ho rivisto il paziente fino ad oggi!!!
Chiedo se il mal di stomaco è uguale a quello dell’anno scorso e Sergio risponde di si.
Procedo allora a prescrivergli l’adeguata cura e gli raccomando alcuni accorgimenti dietetici.
Le patologie gastriche benigne più comuni sono l’ulcera gastrica o duodenale ed il reflusso gastroesofageo che spesso è secondario ad ernia iatale. In questi casi si assiste ad una sintomatologia che in molti casi si ripete al cambio di stagione.
Le ulcere si manifestano prevalentemente con dolore a digiuno nel caso di quella gastrica e dopo mangiato nel caso di quella duodenale. Si accompagna nausea. Molto spesso l’anticamera dell’ulcera è la gastrite acuta che si manifesta con gli stessi sintomi ma senza ulcere.
Il reflusso gastroesofageo, invece, si manifesta con la sensazione dell’acido che “torna su”, specie dopo mangiato. L’acido va nell’esofago e alcune volte provoca delle lesioni che sono molto dure a guarire. In molti casi il paziente non avverte la sensazione di acidità e la sintomatologia si presenta con tosse secca persistente che non passa con i sedativi.
Al primo episodio sarebbe opportuno fare una gastroscopia. E’ però un esame fastidioso ed invasivo e allora si può anche tentare una cura per dieci-quindici giorni ed aspettare il risultato. Se la sintomatologia non cessa, la gastroscopia è d’obbligo, anche per escludere un tumore. La gastroscopia è opportuna anche per individuare la presenza o meno di un baterio che si chiama Helicobacter Pilorii, che si è scoperto responsabile dell’insorgere delle ulcere e del loro tornare. In questo caso la terapia varia di molto e spesso risolve il problema per molto tempo.
La terapia, sia nel caso dell’ulcera che in quello del reflusso gastroesofageo, si fa con gli inibitori di pompa, che sono farmaci che azzerano l’acidità gastrica e permettono allle lesioni di guarire. Nel caso del reflusso è poi opportuno associare il domperidone che accelera lo svuotamento gastrico impedendo al contenuto di refluire nell’esofago. La cura va fatta per un mese in caso di ulcera o gastrite, due nel caso di reflusso. Se sono presenti lesioni dell’esofago, può essere prolungata anche per alcuni mesi.
La cura non va continuata per sempre perché azzerare l’acidità gastrica vuol dire impedire l’assorbimento di alcune sostanze (ad esempio il ferro), che necessitano di un ambiente gastrico acido per essere assorbite.
Vanno inoltre evitati cibi troppo elaborati tipo sughi fritti intingoli e vanno assolutamente evitati fino alla guarigione il caffè e il fumo.
Nel caso di reflusso gatroesofageo va evitato di coricarsi subito dopo mangiato e sarebbe opportuno rialzare la testata del letto di 10 cm per evitare il reflusso stesso.
Dott.ssa Giulia Mori
Vedi anche: Allergie e prurito senza cause
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