Se avete un tablet o uno smartphone è molto probabile che sappiate già cos’è Instagram. La storia di questa app gratuita è una storia di un successo planetario e incredibilmente veloce. Passa da zero a un milioni di utenti in meno di due mesi, nel 2010. Due anni dopo – quando ormai le foto caricate sono diventate 5 miliardi: sì, avete letto bene – viene acquisita da Facebook e viene valutata 741 milioni di dollari. Non male, per una piccola impresa con 13 impiegati che lavorano a un’applicazione totalmente gratuita. E ora parte alla conquista dei video: in sole 24 ore di lancio dell’opzione video sono stati caricati 5 milioni di clip. Cioè 40 ore di video al minuto. Ma esattamente cosa fa Instagram e perché piace tanto?
In origine erano le polaroid
Il successo di questa applicazione è innegabile e travolgente: Instagram viene usata dai giovani, dai vip (spopolano in particolare i musicisti, vedi Rihanna e molti rapper) e dai brand di successo. I motivi del successo sono sostanzialmente tre: la facilità d’uso, la possibilità di rendere qualsiasi foto vagamente “artistica” e accattivante grazie all’applicazione di filtri, la velocità della condivisione nei social network. A questo va aggiunta anche la fortissima comunità di “igers”, ovvero gli utenti fedelissimi di Instagram. Curiosità : il formato delle foto non è quello rettangolare a cui siamo abituati, ma quadrato, come le vecchie polaroid.
Cosa si condivide su Instagram? Tutto!
Sarebbe sbagliato dire che questa applicazione sia la causa del bombardamento di foto su Internet, ma sicuramente ha contribuito in larga parte, almeno negli ultimi due anni. Cosa si condivide con Instagram? Tutto. Foto di serate alcoliche, posacenere, tramonti, cani e gatti, amici abbracciati, sedie vuote, vacanze, weekend, divertimento, sport, la colazione, pagine di libri e via dicendo. Il cibo e il divertimento vanno per la maggiore. Grazie a Instagram – e in particolare alla condivisione su Twitter – possiamo vedere la nostra star preferita appena sveglia, mentre fa colazione o mentre sceglie le scarpe in una boutique di New York.
Miliardi di immagini
I critici però considerano questo flusso continuo di immagini una forma di anestesia: quante foto ricordiamo di quelle che vediamo durante il giorno? In più l’applicazione dei filtri ha reso le fotografie tutte molto simili e abbattuto il confine tra foto artistica e foto qualunque. Una tazzina di caffè su un tavolino è una tazzina di caffè su un tavolino, ma con il filtro giusto ecco che diventa una foto artistica, poetica, che sembra trasportarci nell’atmosfera di un bistrot parigino. Almeno fino al prossimo clic.