Prima grande sorpresa nella partita d’esordio del mondiale femminile che vede la Nuova Zelanda battere contro ogni pronostico la favoritissima Norvegia
Nonostante il clima di grande entusiasmo in tutto il paese il Mondiale di calcio femminile 2023, nona edizione, si apre in un clima di lutto e costernazione. Auckland, sede della cerimonia e della partita inaugurale, da alcune ore è sotto shock dopo la sparatoria che in Queen Street, a pochi metri da Eden Park, ha visto un uomo far fuoco a colpi di fucile uccidendo due persone e ferendone almeno altre cinque. Non un attacco terroristico ma una banale lite familiare, finita nel modo peggiore, secondo quanto accertato dal report delle prime indagini.
Auckland, città splendida, accogliente, considerata una tra le più belle e sicure di tutto l’emisfero sud del mondo, ha accolto la notizia in un clima generale di paura e costernazione. Da queste parti non sono certo abituati a episodi del genere. Ma il mondiale e andato avanti con una splendida cerimonia inaugurale che per circa due ore ha intrattenuto il pubblico con tutta una serie di spettacoli ispirati alla millenaria tradizione culturale dell’arcipelago virgola in particolare secondo le usanze maori.
Nuova Zelanda vs Norvegia 1-0, vittoria imprevedibile
Anche la vittoria della Nuova Zelanda è sostanzialmente uno shock. Ma di quelli che fanno bene. Nessuno  alla vigilia di questa partita si sarebbe aspettato un risultato del genere considerando l’esperienza della Norvegia e la poca consistenza delle neozelandesi – mai una vittoria a un Mondiale. Ma le padrone di casa hanno giocato con una carica e un entusiasmo davvero ammirevole. Il tutto in un Eden Park, lo stesso stadio dove l’Italia vivrà il suo esordio contro l’Argentina lunedì prossimo, pieno all’inverosimile, oltre 43mila persone per la partita che registra il record assoluto di affluenza di pubblico per un match di calcio. Uomini compresi.
Per chi conosce un pochino la cultura sportiva neozelandese un’altra grande sorpresa e vedere la squadra delle White Ferns, le felci bianche, presentarsi in All Black, un onore concesso solo e unicamente alla nazionale di rugby che è un vero e proprio simbolo di unità sportiva e culturale.
Ma le ragazze di Jitka Klimkova hanno sicuramente dimostrato di meritare l’onore giocando una gara molto disciplinata, intelligente e meritando pienamente il successo.
L’azione del gol della Nuova Zelanda, contropiede da manuale
https://twitter.com/skysportnz/status/1681943992928198661
Un gol e un rigore sbagliato
Intensissime le offensive neozelandesi che mettono più di una volta in grande difficoltà una difesa norvegese lenta e impacciata. Hannah Wilkinson ne è la forza trainante pur con qualche indecisione e imprecisione negli ultimi 20 metri.
Pessimo invece l’approccio alla gara della squadra allenata dall’esperto Hege Riise, quasi in trance in un ambiente nel quale non riesce a far venire fuori la propria maggiore esperienza. Unica vera occasione una clamorosa traversa colpita da Frida Leonhardsen-Maanum prima che Ada Hegerberg si vedesse letteralmente sradicato il pallone vincente dai piedi da un superbo contrasto di Rebekah Stott.
Il gol partita in avvio di ripresa: contropiede micidiale e velocissimo orchestrato da Jacqui Hand che appoggia la palla tra il piede destro di Wilkinson e la porta, a pochi metri dalla linea bianca. L’attaccante non sbaglia e la Nuova Zelanda festeggia un gol storico, il primo in una fase finale del mondiale.
La reazione della Norvegia è scarica. Anzi, la squadra deve ringraziare un paio di straordinarie parate di Watten Mikalsen, sicuramente la migliore in campo. Pazzesco il suo intervento su un gran tiro dalla lunga distanza di Indiah-Paige Riley destinato all’incrocio dei pali.
Grandi interventi anche da parte di Victoria Esson, strepitosa nel deviare un tiro di Tuva Hansen contro la traversa.
Nel finale la Nuova Zelanda avrebbe anche la grande possibilità di chiudere il match: ma Ria Percival ha clamorosamente sprecato un calcio di rigore concesso per un fallo di mano della stessa Hansen, molto ingenuo colpendo in pieno la traversa. Il lungo recupero 9’ non è abbastanza per la Norvegia e la Nuova Zelanda festeggia in campo tra le lacrime una vittoria storica che sconvolge i pronostici del Gruppo A.
La sconfitta lascia la Norvegia con le spalle al muro, ma le prossime partite contro Svizzera e Filippine, anche queste giudicate di livello inferiore, danno alla squadra di Riise una ulteriore chance. A patto di non sprecare e giocare male come hanno fatto contro le kiwis.
Le prossime sfide del girone: Nuova-Zelanda Filippine alle 7.30 (ora italiana) di martedì 25; Svizzera-Norvegia – stessa data – alle 10.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.