Il dramma umanitario dell’Afghanistan diventa particolarmente drammatico per le donne, soprattutto le sportive: molte sono in fuga
Ventidue ragazze, quasi tutta la squadra di calcio femminile dell’Afghanistan. Insieme a una trentina di altre atlete sono riuscite a scappare appena in tempo da Kabul: chiederanno asilo politico in Australia.
Calcio femminile in Afghanistan
Su uno degli ultimi voli che sono riusciti a decollare da una capitale in pieno caos e teatro di scontri e violenze, c’erano anche molte atlete, considerate ‘nemiche’ dal governo talebano. Quello che per noi è normale, una vita sportiva e attiva, in Afghanistan tanto normale non è mai stato. Il governo dei talebani si era sempre opposto allo sport femminile, considerato un oltraggio nei confronti delle leggi coraniche. Lo sport, così come qualsiasi espressione di attivismo al femminile erano stati messi all’indice anche molto prima della liberazione del paese. E il movimento nazionale per l’emancipazione della donna è considerato ‘nemico del popolo’.
Asilo politico all’estero
Gran parte delle calciatrici della nazionale femminile sono considerate fuorilegge. Alcune di loro, attiviste impegnate per ridare un ruolo culturale sociale e politico alle donne del paese, erano tra le personalità ‘nemiche’ che i talebani avrebbero voluto ridurre al silenzio. Di qui il tentativo di fuga dal paese, insieme a diversi altri artisti ed esponenti del mondo della cultura afghana. Tutte persone che i talebani avevano considerato nemiche della rivoluzione.
Due giorni fa le ragazze della nazionale di calcio, insieme a una ventina di altre atlete, sono riuscite a raggiungere l’aeroporto affidandosi alle forze di solidarietà internazionale. L’Australia ha immediatamente offerto assistenza e asilo politico.
In tutto quasi un migliaio di atleti e musicisti sono riusciti a lasciare il paese: molti sono stati trasferiti in Germania e negli Stati Uniti. Le calciatrici resteranno in Australia dove continueranno a giocare, nella speranza di potere rappresentare il loro paese che, al momento, ha deciso di non aderire al comitato olimpico internazionale. Difficile che l’Afghanistan sia in grado di rispettare anche i prossimi impegni sportivi. La nazionale afghana, eliminata dalle qualificazioni al Mondiale, avrebbe dovuto prendere parte alle eliminatorie per la prossima Coppa d’Asia.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.