Nella storia che racconta la sesta medaglia d’oro olimpica della nazionale americana di calcio femminile, rientra anche l’ex presidente americano Donald Trump, che non perde occasione per attaccare lo USWNT
“Sinistroidi, maniache, perdenti”. Sono solo tre delle etichette che Donald Trump ha affibbiato alla nazionale americana di calcio femminile – lo USWNT – che ha conquistato a Tokyo la sua sesta medaglia in sette edizioni delle Olimpiadi, la prima di bronzo dopo quattro ori e un argento.
Trump, nemico del calcio femminile
Una grande delusione per la nazionale americana che arrivava a questa edizione delle Olimpiadi dalla eliminazione di Rio De Janeiro, solo un quinto posto in Brasile, alla vigilia di quello che dovrebbe essere un grande ricambio generazionale. Ma la squadra statunitense resta una delle più forti del mondo, forse la più forte di sempre: l’unica a conquistare così tanti podi alle Olimpiadi.
Tuttavia, dopo la sconfitta in semifinale contro il Canada, squadra tradizionalmente rivale con cui gli USA non perdevano da più di venti anni, Donald Trump ha colto l’occasione per ribadire alcuni concetti su una squadra con la quale i rapporti sono sempre stati pessimi.
“Smidollate e perdenti”
“Una squadra addormentata, guidata da gente di sinistra e maniaca, più attenta alla politica e alle proprie posizioni radicali e di sinistra che alla propria professione sportiva. Non sono vere patriote, e quindi sono perdenti in partenza. Una sconfitta che non mi sorprende, una squadra senza spina dorsale, senza midollo”.
Trump in particolare ce l’ha con Megan Rapinoe: “La ragazza con i capelli viola avrebbe dovuto pensare meno alle sue idee radicali e a quella strana acconciatura e comportarsi da atleta. Se ti comporti così sei una perdente…”.
Trump vs Rapinoe
Megan Rapinoe era stata una delle giocatrici che nel 2019 aveva annunciato che non sarebbe andata alla Casa Bianca in caso di vittoria al Mondiale, “perché il presidente Trump non sopporta che ci siano donne forti che gli tengono testa”. Il tutto dopo che Obama aveva invitato a Capitol Hill le ragazze dello USWNT dopo la vittoria del 2015 e poco dopo la visita ufficiale richiesta dal nuovo presidente Biden, che aveva voluto le ragazze americane al suo fianco per il giorno dell’eguaglianza sociale, nel marzo scorso.
Trump aveva duramente attaccato la nazionale americana donne per il ruolo di attiviste di alcune delle giocatrici, tra le quali la Rapinoe, nel movimento LGBT. E dopo i Mondiali del 2019, vinti dagli USA, non invitò secondo una tradizione consolidata, la squadra alla Casa Bianca.
I social sono stati invasi da decine di post da parte di appassionati di calcio che hanno pesantemente attaccato Donald Trump per questa ennesima polemica che i tifosi del calcio americano non hanno per nulla apprezzato.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.