Tiroide sintomi e cure spiegati da Aldo Pinchera, studioso di fama internazionale e professore emerito di Endocrinologia all’Università di Pisa
La tiroide è una ghiandola fondamentale per la salute
«Quando la tiroide non funziona, tutto l’organismo va in sofferenza», spiega Aldo Pinchera, studioso di fama internazionale e professore emerito di Endocrinologia all’Università di Pisa. «Questa piccola ghiandola contribuisce a regolare i processi metabolici, la contrattilità cardiaca, il tono dei vasi, i livelli di colesterolo, il peso corporeo, la forza muscolare, il trofismo della pelle e dei capelli, il ritmo delle mestruazioni, lo stato mentale e ancora tante altre funzioni. Si tratta di un delicato motore che deve lavorare al meglio per mantenere in perfetto equilibrio l’organismo».
Una malattia al femminile
L’ipotiroidismo è una malattia prevalentemente al femminile, colpisce il 7-8% delle donne in pre-menopausa e arriva al 10-15% nel periodo post-menopausale, andando ad aggravare e a confondersi con alcuni disturbi tipici di questo periodo quali, irritabilità , aumento del peso, perdita della memoria, difficoltà di concentrazione, insonnia, dolori muscolari. «Quando la tiroide lavora poco, come appunto nell’ipotiroidismo, anche le funzioni dell’organismo rallentano», dice Paolo Vitti, Professore ordinario di Endocrinologia dell’Università di Pisa. «Di conseguenza si notano frequenza cardiaca più lenta, facile sensazione di freddo e stanchezza, pelle più secca, gonfiori, memoria più labile, riflessi lenti, depressione e stitichezza. In 90 casi su cento, si tratta di una forma lieve, in grado di provocare sintomi sfumati».
Come diagnosticarla
E’ un semplice esame del sangue che permette di constatare la buona funzionalità della tiroide. «Si deve stabilire il livello nel sangue degli ormoni T3, T4 e Tsh», dice Pinchera. «Se i tre omoni sono in equilibrio non siamo in presenza di patologie, mentre se il Tsh è aumentato e gli altri due sono diminuiti siamo davanti a un ipotiroidismo. Se, invece, si verifica il contrario (Tsh diminuito e gli altri due aumentati) c’è un ipertiroidismo. Un altro esame può essere l’ecografia tiroidea, che fornisce informazioni morfologiche sulla ghiandola, ma deve essere ben eseguita».
La cura
La cura dell’ipotiroidismo è consolidata da quasi 60 anni dal suo primo impiego nel 1953 e si basa sull’assunzione di levotiroxina, oggi prodotta per sintesi. «L’ipotiroidismo può essere efficacemente corretto con la terapia ormonale sostituiva», spiega Vitti. «La levotiroxina deve essere assunta la mattina a digiuno per evitare che alimenti, liquidi o solidi, possano in qualche modo interferire con l’assorbimento del principio attivo. In alcuni casi per arrivare a stabilire il corretto dosaggio si impiegano mesi proprio perché anche variazioni minime del farmaco, in eccesso o in difetto, possono creare disturbi che possono alterare la qualità della vita. Stiamo infatti parlando della necessità di assorbire in modo costante piccole quantità , microgrammi, di un ormone che è determinante per la salute».
La settimana della tiroide
Per questo motivo è consigliato eseguire le prove di funzionalità tiroidea con una semplice analisi del sangue nei soggetti a rischio, quando c’è familiarità , e in età neonatale o in gravidanza. Con questo obiettivo dal 16 al 20 aprile si svolgerà la Settimana della Tiroide, con iniziative dedicate all’informazione e alla prevenzione. Sarà , infatti, possibile effettuare una visita gratuita e, se necessario, un percorso di diagnosi e cura completo, presso uno dei 100 centri specializzati distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa e’ promossa dal Club dall’Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane, che associa più di 300 specialisti in tutta Italia. Per informazioni sul centro più vicino in cui prenotare una visita, fino al 20 aprile e’ attivo il Numero Verde 800.122.910, dal lunedi’ al venerdi’ 9 – 13 e 14 – 18.