I consigli della Dott.ssa Giulia Mori
Il marito della signora Angela mi telefona allarmatissimo: “Dottoressa mia moglie sta male, credo che stavolta sia davvero qualcosa di molto serio!!!”.
Siccome si tratta di due persone molto equilibrate e non ansiose, mi si rizzano le antenne: “Cosa è successo?”
“Non riesce a stare in piedi, appena cerca di alzarsi dice che le gira tutto e barcolla all’indietro. Stamattina se non c’ero io sarebbe caduta terra e magari si sarebbe anche fatta male!!! Ora è in bagno che vomita.”
Credo di saper di cosa si tratta, ma decido ugualmente di andare a visitare la signora a casa. “Arrivo prima possibile. Intanto dica a sua moglie di mettersi sdraiata e di trovare una posizione che non le scateni le vertigini. Non si preoccupi, non dovrebbe essere nulla di grave. “
“Se lo dice lei, sarà vero, dottoressa, ma io sono davvero spaventato. Cerchi di venire prima che può!”
Mentre mi avvio verso casa della signora Angela ripasso mentalmente i sintomi che mi sono stati descritti, ma aspetto di aver visto la signora prima di fare diagnosi definitive.
La signora appare davvero provata. E’ pallida e sudata e la trovo raggomitolata su un fianco. “Non volevo disturbarla, dottoressa, ma sto davvero malissimo!!!”.
“Cosa si sente esattamente?”
“Ogni volta che cerco di alzarmi dal letto vedo tutto che gira e dopo mi viene da vomitare. Ho un’ictus, dottoressa?”
A questo punto conviene precisare che le vertigini, anche se molto fastidiose e in molti casi un po’ spaventose per il paziente, raramente nascondono patologie gravi. In questo caso la signora riferisce che “tutto gira” e quindi si può affermare con certezza che ha una vertigine oggettiva, cioè in poche parole la sua sensazione è che siano gli oggetti intorno a lei a girarle intorno. In questo caso la patologia riguarda il labirinto, cioè l’organo che ci permette di mantenere l’equilibrio e che si trova dentro l’orecchio. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta o di un’infiammazione (labirintite), o dello spostamento di uno dei piccoli sassolini (otoliti) che sono contenuti nel labirinto (cupololitiasi). In entrambi i casi, a dispetto della violenza del sintomo, i rimedi sono facili e risolvono del tutto la vertigine.
La labirintite è un’infiammazione del labirinto, in questa stagione di solito si tratta di infezioni virali che si estendono al labirinto o di un colpo di freddo che, causando un’otite, va poi ad infiammare il labirinto stesso. Spesso è preceduta da sintomi da raffreddamento e febbricola.
Si cura rimanendo per qualche giorno al caldo, e prendendo un farmaco che blocca il sintomo della vertigine (betaistina o cinnarizina: una compressa mattina e sera per sei-sette giorni).
In caso di cupololitiasi, invece, il paziente spesso ricorda di aver avuto un trauma o di aver fatto dei movimenti bruschi con la testa, ma il più delle volte non c’è una vera e propria causa e il sintomo compare improvvisamente spesso durante il sonno o al momento di alzarsi dal letto. Se si indaga attentamente, si scopre che è un movimento preciso a causare la vertigine. Nel caso della signora Anna si trattava proprio di cupololitiasi e quindi è bastato che la signora si mettesse ferma stesa su un fianco per attenuare di molto il sintomo. In questi casi l’unica terapia consiste in una manovra liberatoria che rimetta a posto l’otolita. In pratica è necessario recarsi da un otorinolaringoiatra che, dopo una valutazione del sintomo, provvederà a far fare al paziente una manovra particolare che sposta l’otolita dalla zona in cui provoca la vertigine. Va detto che questa manovra è al momento abbastanza fastidiosa, perché scatena la vertigine, ma risolve definitivamente il problema nella maggior parte dei casi. Se si è impossibilitati a recarsi dall’otorino in tempi brevi, nell’attesa si può assumere la betaistina o la cinnarizina, ma raramente questi farmaci riescono ad eliminare del tutto il sintomo. Servono solo ad aiutare un po’ il paziente in attesa della manovra liberatoria.
Dopo aver inviato la signora Angela dall’otorino, non la rivedo né la risento per qualche settimana, dopo di che la vedo comparire in ambulatorio per una vaccinazione. Solo dopo che le chiedo com’è andata con la sua vertigine, si ricorda del fastidio provato alla manovra dell’otorino.
“Se penso che ho creduto di morire…. Sono stata un po’ esagerata, non trova dottoressa?”
25 gennaio 2010 – Dott.ssa Giulia Mori
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