Nato dieci anni fa, è considerato un’arte che si fonda sulla disciplina Zen
(25 ottobre 2009) – Dalla fusione di diverse discipline, come lo yoga, la meditazione e le arti marziali, nasce una pratica che si va affermando sempre di più. Si chiama Budokon, e ha appena compiuto dieci anni. È stata inventata nel 1999 dal maestro di arti marziali Cameron Shayne, ma soltanto adesso comincia a fare proseliti. Il termine Budokon viene dal giapponese, e indica il «cammino spirituale del guerriero».
Un cammino che viene proposto in molte palestre. Una lezione dura un’ora e un quarto; l’abbigliamento è costituito da un kimono comodo, per permettere ampi movimenti. Si comincia con esercizi che preparano il corpo al movimento, accordati sul ritmo della respirazione. Subito dopo si passa a qualche posizione yoga, secondo le tecniche Iyengar e Ashtanga. Il primo punta sull’allineamento del corpo, e prevede l’utilizzo di sostegni, anche improvvisati. Il secondo, invece, prevede posizioni mobili, simili alla danza. Infine, i movimenti si fanno più rapidi, mediati da arti marziali come il Karate o il Tae Kwon Do.
È proprio a questo punto che le tensioni del corpo si scaricano e i muscoli si tonificano. Non sono previsti incontri con avversari in carne ed ossa: la corsa di pugni e calci si perde nell’aria o si ferma contro sagome morbide. Anche l’ultima fase di una lezione di Budokon è importante: come in tutti i momenti della disciplina, gli atleti si concentrano sulla respirazione per trovare un equilibrio tra il corpo e la mente. Lo stile di questa pratica non si esaurisce sul parquet della palestra. Il Budokon è infatti considerato un’arte di vita che si fonda sulla disciplina Zen.