La cicoria ha proprietà benefiche e curative, oltre ad essere un ingrediente sempre utile in cucina. Da simbolo di povertà, oggi la cicoria va rivalutata proprio per le sue proprietà e caratteristiche che la rendono unica e versatile. E sapevate che secondo alcuni ha addirittura proprietà afrodisiache?
Tra manovre, aumenti, perdita di potere d’acquisto delle famiglie, crisi dell’Euro, ci sono tutti gli ingredienti giusti per una bella crisi di fegato. Un piccolo grande aiuto può arrivare dalla memoria collettiva e guardando al passato, neanche poi tanto lontano, ci accorgiamo che prima degli anni del benessere, nella cucina tradizionale italiana, si faceva largo uso di ingredienti oggi allontanati perché rappresentavano un simbolo di povertà. Uno tra questi, la cicoria.
La cicoria, che nel 1300 il botanico tedesco Conrad di Megenberg chiamò “sponsa solis” ovvero “sposa del sole” per il fatto che i suoi fiori si aprissero e chiudessero con il sole, è un’erba che cresce spontaneamente in terreni asciutti ed incolti ed è facilmente riconoscibile, era quindi, raccolta direttamente nei campi.
Ma le apparenze sono dure a morire, e visto che era un simbolo di povertà, è stata allontanata dalle tavole e la pratica di raccogliere la cicoria nei campi si è persa.
Noi però diamo importanza alla sostanza delle cose e riproponiamo questa pianta che, oltre a essere adatta ad accompagnare pietanze grasse o dai sapori delicati, ha proprietà eccezionali: stimola l’appetito, regola le funzioni intestinali, del fegato e dei reni, favorisce la secrezione della bile e la diuresi. Ha un effetto depurativo e disintossicante.
Le prime menzioni della cicoria risalgono a 4000 anni citata nel papiro di Ebers, in Egitto.
La cicoria contiene numerose sostanze: inulina, sostanze quali la cicorina un glicoside amaro, mucillaggini, resine, oli essenziali e pectine. Altre sostanze presenti sono l’arsenico, la levulina, zuccheri; terpeni, acido acetico e stearico, sali minerali quali sodio, potassio, magnesio, calcio, ferro, rame, fosforo; cloruri, vitamine quali la B, C, P, K; amminoacidi, lipidi e protidi.
Tutte queste sostanze rendono questa pianta unica nel suo genere, sia per uso esterno che interno. Della cicoria si utilizzano le foglie, i fiori ma soprattutto la radice e, non esiste alcuna controindicazione.
Quest’ultima per uso esterno, come cataplasma cura gli arrossamenti, è rinfrescante ed emolliente ed è efficace contro i foruncoli e gli ascessi.
Per uso interno, invece, si può usare il decotto di radice di cicoria come blando lassativo, come depuratore dell’organismo, come coleretico ed anti-diabetico, è accertato che bere un infuso di cicoria placa la sete dei diabetici e ne regolarizza la funzione urinaria. Ottima anche contro l’acne giovanile. Come tintura vinosa si usa per digerire. Il decotto della pianta intera è ottimo nel caso di inappetenza e costipazione dovuta a problemi di fegato svolgendo quindi un’azione di protezione nei confronti del fegato.
L’estratto di fiori, inoltre, ha proprietà antinfiammatorie e disinfettanti.
L’uso dell’infuso della radice tostata ha origini molto antiche e risale al 1500, grazie a un medico, botanico e scienziato italiano, Prospero Alpino (1553-1617). E’ diventato famoso nel periodo napoleonico e poi durante la seconda guerra mondiale come surrogato del caffè di gusto gradevole e privo di caffeina.
Ma, non solo. Nella zona di Caiazzo in provincia di Caserta, è risaputo da secoli che, mangiare cicoria maritata o come semplice insalata, provocherebbe autentiche tempeste ormonali. “Altro che Viagra, caviale, champagne, ostriche, reggicalze e giarrettiere. Meglio le nostre cicorie che i trattamenti aggressivi, spesso dannosi per la salute, a base di ormoni”, affermano gli abitanti di Caiazzo.
Secondo la tradizione locale è un potente afrodisiaco che risveglia l’Eros. Un’erba che depura il sangue aumentando del 40% il suo afflusso agli organi sessuali maschili. Un vasodilatatore naturale. Assunto liberamente, senza controllo medico e senza alcuna controindicazione.
E gli uomini della zona, a chi chiede prove scientifiche, rispondono: “Ma quali prove scientifiche! Chiedete alle nostre donne”.
Le tipiche ricette con la cicoria risalgono alla tradizione contadina. Nel Lazio la più conosciuta è la cicoria ripassata in padella, in Basilicata famoso è un piatto con zampone di maiale e cotenna, cappuccio e cicoria e prende il nome da questi ultimi due ingredienti. A Caiazzo, invece, il piatto dal potere afrodisiaco è il Pignato grasso.