11 gennaio 2010 – Meno pregiato del tartufo bianco ma molto ricercato per tradizione nelle regioni dell’Italia centrale
Tra le varie tipologie di tartufo in questo periodo merita particolare attenzione il Tartufo Bianchetto o Marzuolo (Tuber Borchii Vittad) la cui raccolta si effettua tra gennaio ed aprile.
Un tartufo che per tradizione è molto ricercato nelle zone del centro Italia e in particolare in Toscana, nelle Marche e nel Molise, nonostante che il suo valore commerciale sia notevolmente inferiore a quello del tartufo bianco. Il suo aspetto può far si che possa essere facilmente confuso con il tartufo bianco, esteriormente infatti si presenta liscio e con un colore bianco sporco, raggiungendo una tonalità più scura a completa maturazione. Ciò che può fare la differenza è l’odore, in quanto, il tartufo bianchetto inizialmente ha un odore tenue e gradevole, ma in un secondo tempo tende a divenire aglioso. Per quanto riguarda gli abbinamenti gastronomici, si sposa bene con i primi piatti (risotti, lasagne, ravioli), particolarmente indicato anche per la fonduta, la bagna cauda, le carni bianche e le insalate. Per quanto riguarda la conservazione, dopo averlo accuratametne pulito con uno spazzolino ed un panno asciutto, è consigliabile metterlo dentro ad un contenitore a chiusura ermetica, in modo da non disperedere l’aroma.
Per quanto riguarda l’abbinamento con i vini, il tartufo deve essere degnamente accompagnato, ma mai sovrastato. Bianco o rosso che sia il vino accompagnato ad un buon piatto con il tartufo deve avere un bouquet inendo e poca struttura. Ad un piatto di pasta fresca all’uovo ad esempio possiamo tranquillamente abbinare un Dolcetto delle Langhe o un Nebbiolo del Piemonte. Mentre per un formaggio stagionato potrebbe andar bene anche un Barolo molto invecchiato.