25 ottobre 2009 – Il consumo regolare di frutta secca riduce il rischio cardiovascolare lo afferma la rivista Nutrition
Il consumo regolare di frutta secca riduce il rischio cardiovascolare: questa “legge” alimentare, supportata da numerose evidenze epidemiologiche, viene attribuita in parte all’elevato contenuto in grassi monoinsaturi e polinsaturi di noci, mandorle e arachidi (dai quali trarrebbero beneficio i parametri lipidici) e in parte all’apporto di fibra, vitamine, antiossidanti di varia natura, steroli vegetali e aminoacidi come l’arginina (che modulerebbero la funzione endoteliale, lo stato ossidativo e l’infiammazione).
Uno studio, apparso sulla rivista Nutrition, racconta l’esperimento a cui si sono sottoposti 32 studenti della scuola di polizia di Gaziantep, in Turchia: dopo avere seguito per 4 settimane una dieta rigorosamente controllata di tipo mediterraneo (preparata e consumata all’interno dell’istituto), i ragazzi hanno consumato per altre 4 settimane lo stesso regime alimentare, nel quale però circa il 20 per cento delle calorie giornaliere erano apportate da pistacchi. Nella seconda fase dello studio è stato registrato un miglioramento complessivo del profilo lipidico (con aumento del colesterolo HDL e riduzione del colesterolo totale ed LDL e dei trigliceridi) del metabolismo glucidico, oltre che della funzione endoteliale e dello stato ossidativo, con una riduzione dei livelli di una proteina proinfiammatoria, l’Interleuchina-6. I risultati dimostrano che anche l’effetto cardioprotettivo associato al consumo di pistacchi, come quello già rilevato per il consumo di noci, non è mediato esclusivamente dal controllo dei parametri lipidici, ma anche dalla regolazione di altri fattori di rischio cardiovascolare.
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