Con Barbara Torresan continua la nostra rubrica dedicata alle food blogger più brave. Le ricette e la sua storia
La blogger del mese é Barbara Torresan che da tre anni é l’anima di chezBabs, un blog che é cresciuto fino a diventare uno dei piú professionali del mondo dei food blog e che narra anche della trasformazione personale e lavorativa della sua autrice.
Questa é anche la storia del coraggio e della forza di una donna che ha saputo inventarsi un lavoro.
Barbara grazie per averci dedicato il tuo tempo.
Sappiamo che sei impegnatissima, sono usciti due tuoi libri e hai un calendario pieno di attivitá. Raccontaci come é iniziato tutto?
Ho aperto chezBabs 3 anni fa nel 2008, nello stesso momento in cui rimanevo praticamente rischiavo di rimanere senza lavoro, dato che l’azienda in cui lavoravo aveva iniziato una forte ristrutturazione con cassa integrazione, mobilitá e infine, nel 2011 i licenziamenti.
Da quel momento ho trasferito nel blog le mie passioni per la cucina e la fotografia. Avevo giá iniziato una piccola attivitá di catering e nel blog ho comunicato in modo colloquiale un po’ della mia esperienza. Con chezBabs ho iniziato a pensare come far diventare questa passione una professione.
E poi ?
Un pò di fortuna aiuta! Un anno e mezzo fa circa ho potuto collaborare con Alessandro Guerani, fotografo di food, che mi ha spinto ad approfondire il food styling e ho iniziato una dura gavetta in studio fotografico. Questo é un mestiere che ho imparato sul campo, non si sono scuole o accademie. Dietro ci sono ore e ore di lavoro, di studio di immagini.
Quindi dal blog a una professione vera e propria.
Si, dalla questa collaborazione sono nate immagini e copertine di riviste di food e alcuni lavori per clienti importanti. Momenti di crescita personale e professionale, ma anche impegno e di forte stress.
Ma come si impara a diventare a food stylist, ovvero é una questione di creativitá
A me é sempre piaciuto presentare un piatto che fosse anche bello, fin da ragazzina,quando ho cominciato a cucinare.
E quando ho iniziato come foodstylist, come dicevo, la gavetta é stata importante. Guerani é un fotografo alla costante ricerca della perfezione e anche io sono quasi maniacale, voglio che tutto sia perfetto, preciso, quindi é stato un momento molto impegnativo.
Sono in constante competizione con me stessa, a me sembra che quello che faccio non sia ma abbastanza buono, che posso superarmi, mi sfido a fare meglio. Le lodi ti fanno sentire bene, ma per tirare fuori il meglio é più utile una critica costruttiva.
E in questi giorni sono usciti due tuoi libri, un bel traguardo
I libri sono nati da un rapporto di conoscenza e stima reciproca con la Guido Tommasi Editore.
Il primo libro, “Cocotte all’italiana”, é stato realizzato insieme a Alessandro Guerani e quello appena uscito , “Biscotti di Natale”, é stato fotografato dalla bravissima Silvia Luppi con cui sto lavorando attualmente.
Questo secondo titolo, è un perfetto regalo di Natale oltre ad un package innovativo, una scatola di latta, contiene anche gli “attrezzi del mestiere”.
Sappiamo che stai portando avanti anche un’ attivitá didattica
Si stiamo realizzando dei workshop di food styling e fotografia insieme altre 3 fotografe.
Abbiamo formato un gruppo tutto al femminile, per la prima volta ho lavorato con delle donne ed é stata una scoperta piacevolissima: tra noi donne si crea complicitá, siamo dotate di risorse inaspettate di creativitá e di capacitá di risolvere i problemi.
Per quanto riguarda i contenuti dei corsi avevo qualche preoccupazione iniziale perché temevo di non riuscire a trasmettere bene l’essenza di questo lavoro poi con un approccio pragmatico, facendo vedere e mettendo in pratica operativamente le nozioni tecniche abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte delle partecipanti.
E come vedi il mondo dei food blog?
Ce ne sono tantissimi di blog, molti sono nuovi, molto ben fatti, competitivi, di ragazze giovani. C´é molta attenzione mediatica attorno questo mondo e di conseguenza il fenomeno si amplifica.
Spesso c´é un po’ troppa competizione e spesso sono utilizzati dalle aziende come strumento di promozione a basso costo.
All’inizio anche a me era capitato di fare qualche collaborazione in cambio di merce.
Ma, il mio problema é che non avendo piú un lavoro dovevo far quadrare i conti, quindi ho professionalizzato la collaborazione. Ho proposto alle aziende che mi contattavano di quantificare il mio lavoro sulla base di un progetto specifico, poi nel blog volevo essere libera di parlare o meno del prodotto.
In questo modo con progetti specifici in cui offro un servizio di ricette e foto si sono concretizzare alcune collaborazioni, ma in modo professionale.
Ovviamente non tutte le aziende accettano questo approccio, ma é quello che a me serve per far quadrare i conti.
E a cosa pensi sia dovuto tutta questa attenzione sul cibo, questa esplosione di appassionati?
Credo che sia dovuto alla anche crisi. Che altro ci resta ? Si puó rinunciare al cinema o al teatro ma a mangiare no, quindi magari si preferisce spendere i soldi per andare al ristorante e non in altro modo. Poi c´é un ritorno all’ambiente domestico proprio perché a volte non si hanno i soldi neanche per la pizza, e questo accade anche per i giovani e i giovanissimi.
Secondo me é un fenomeno sociale e spiega l’attenzione verso il cucinare meglio, la ricerca e quindi di conseguenza la crescita di riviste, blog ecc.
Barbara adesso come ti definiresti?
Guarda stavo per fare i biglietti da visita e mi chiedevo cosa mettere: sono una food blogger perché ho un blog, sono una food stylist per lavoro, sono food writer perché scrivo dei libri. Ma non vorrei ridurmi una una sola definizione. Sono imprenditrice di me stessa e lavoro tantissimo, più di un canonico orario lavorativo, spesso chiudo tutto alle due/tre di notte. Vorrei continuare a perfezionarmi avendo la fortuna di stare vicina a bravi fotografi cerco di assorbire il piú possibile dalla loro esperienza.
E lo trovo quasi piú facile e divertente che scrivere una ricetta. Scrivere ricette richiede precisione, perfezione, attenzione. Non tanto nel blog, che ha un tono confidenziale, ma nei libri o nei progetti aziendali non posso permettermi che un lettore dica che la ricetta non gli é venuta.
E siccome quando cucino a casa vado ad occhio, spesso mi ritrovo a dover ricostruire meticolosamente le dosi di piatti o passaggi che conosco a memoria, ma che non ho mai “tarato”
C´é qualche altra cosa che vuoi trasmettere ?
Si che esiste una grande differenza tra un sogno e un progetto. Un sogno resta nell’ area del “magari”, e un progetto entra direttamente nella dimensione del “realizzare”. A volte si confondono le cose. Io ho un progetto concreto. E bisogna darsi dei tempi. Io mi sono data due anni per far funzionare questo lavoro, ho due figli che hanno bisogno di me e come ti dicevo mi sfido ogni giorno perché non posso permettermi di restare senza lavoro.
Se non dovessi raggiungere il mio traguardo personale, comincerei nuovamente a cercare un nuovo impiego.
Un’ultima curiositá: ma cosa hai scritto nel biglietto da visita?
(ride), L’ho lasciato in bianco, solo con il nome, i recapiti e gli indirizzi web.
Tanti auguri Babs, e grazie per questa testimonianza che dimostra come si puó ribaltare l’esistenza e di quante risorse abbiamo noi donne di cui a volte non ne siamo minimamente coscienti.