“La food blogger del mese é Giulia Scarpaleggia, del blog Juls’ Kitchen. Dallo splendido paesaggio toscano Giulia anima un blog che riscopre le radici e la grande tradizione gastronomica della sua regione e della tradizione familiare ma con uno sguardo al futuro e una visione aperta al mondo. Foto e testi curatissimi, creativitá e sensibilitá caratterizzano il suo blog rendendolo così interessante a tal punto da attrarre i blog stranieri
Domanda di rito: come hai iniziato questa avventura del blog?
Ho iniziato 3 anni fa, il 1 febbraio 2009, per poter dedicare qualche ora del mio tempo a qualcosa di mio, leggevo blog da più di un anno, cucinavo e sperimentavo, facevo foto per divertimento e le mettevo in un album su facebook, quasi in maniera naturale ho deciso di aprire un blog!
E perché proprio la cucina ?
Mi son sempre divertita tanto a cucinare, e proprio in quel momento nel 2009 avevo bisogno di dedicare del tempo a me stessa, e la cucina mi è sembrato il luogo naturale nel quale ritrovarmi.
Hai un’estetica particolare, con esterni (favolosi): chi ti ispira?
Jamie Oliver e Sir David Loftus, hanno quello stile rustico, semplice ma studiato
La ricerca di un linguaggio proprio é un percorso lungo che impegna tutta la creativitá é una bella sfida?
Cerco di eliminare il superfulo quando possibile! Anche per lo stile ho un’icona, anch’essa inglese, Elizabeth David, i suoi libri, degli anni ’50 e ’60, non hannno fotografie, ma lei riesce con le parole ha ricreare atmosfere magiche, incantate, vere. dipinge con le parole, quello è un dono incredibile
Sei toscana, vivi in un posto da sogno, quanto ha inciso la tradizione familiare?
All’inizio pochissimo, perché io ricercavo l’esotico, il lontano dalle mie abitudini alimentari, ero affascinata dal diverso, poi come in un percorso a ritroso ho ‘riscoperto’ tutta questa ricchezza che avevo a portata di mano e che all’inizio non valutavo abbastanza e mi sono innamorata perdutamente di tutto ciò, della campagna, delle tradizioni culinarie, degli ingredienti poveri di qui e ora la tradizione familiare è invece la guida delle mie ricerche, e l’ispirazione per il blog.
Infatti si vede e questo lo rende unico e ..paradossalmente internazionale. Credi che le immagini riflettano un po’ l’immaginario che hanno gli stranieri sull’Italia e sulla Toscana in particolare ?
Questo è un aspetto sul quale rifletto spesso, voglio raccontare la mia terra, così com’è, voglio che vedano quello che vedrebbero se venissero qui oggi, ma non voglio basarmi sugli stereotipi perché altrimenti ‘sa di vecchio’ di già visto.Voglio che vedano la Toscana vera e viva, attraverso gli occhi di una persona che ci vive e che ha scelto di viverci e di raccontarla. Quindi sono felicissima di essere estremamente locale, ma nel contempo internazionale, perché questa dimensione internazionale è quella che dà a me un respiro diverso, che mi permette di vedere le cose con una prospettiva a volte diversa.
Hai scritto per il sito dell’icona inglese Jamie Oliver, quanto incidono i lettori stranieri ?
Dipende dai post, diciamo un 40% del totale sono stranieri, e spero che il numero aumenti! Scrivere per Jamie Oliver é un sogno ! Al momento ho scritto 4 piccoli articoli per il suo sito web, è una piccola cosa, ma è un inizio..
A proposito di estero, che differenze vedi tra l’approccio alla comunicazione food qui e all’estero?
All’estero se ti impegni e ti dai da fare puoi venir riconosciuto come professionista, non c’è vergogna a dire che vuoi provarci a vedere se funziona, a fare di questo un lavoro, sono più aperti, e chi è più avanti di te spesso ti aiuta anche volentieri. Certo, non si può generalizzare, ma a mio parere c’è più apertura, curiosità e divertimento, dall’altra, qui c’è una grande competenza generalizzata, l’argomento food e cucina è più alla portata di tutti.
Perché gli stranieri sono stati e sono piú bravi di noi a comunicare il cibo?
Verissimo, é che non lo danno per scontato. Sono molto piú avanti nell’immagine, nella cura dei dettagli, nella freschezza.
E come ti spieghi questo boom dei foodblogger in Italia?
Ha un mix di concause: c’è che si parla di cibo, e da sempre ci piace mangiare e parlare di mangiare, ognuno ha una sua ricetta speciale per far quello o far quell’altro, é così, noi Italiani abbiamo il buon mangiare e il buon vivere nel dna, a questo aggiungi che le nuove tecnologie hanno permesso a tutti di poter parlare di cibo su internet, che è divertente, che si crea una bella comunità , che è facile trovare persone con i tuoi stessi interessi… shakera tutto, ed abbiamo il boom dei blog di cucina! Inoltre credo che il foodblogger a differenza di un giornalista possa filtrare tutto attraverso il suo sguardo, e visto che ogni persona è unica, avrà anche un modo tutto suo di vedere e raccontare, la soggettività rende l’approccio al cibo del tutto unico e personale
E questo coinvolge anche persone molto giovani, che ruolo hanno i giovani, la tua generazione, che oltretutto sa gestire bene le tencnologie?
La mia generazione è abituata a cercare informazioni su internet, o meglio, io da piccina andavo ancor ain biblioteca, ma mia sorella che ha 9 anni meno di me è stata abituata da subito a cercare su google le informazioni che le servivano, e poi c’è anche la voglia di condividere, di creare comunità basate sugli stessi interessi. Internet ha permesso tutto questo, è altamente democratico, se hai voce e contenuti puoi farti ascoltare da tutti!
Voi giovani siete piuttosto maltrattati, vi definiscono bamboccioni, mammoni, sfortunati ..che ne pensi? Io vedo molta creativitá ed energia, ma vedo anche non si riesce a canalizzare e usare tutta queste energia
Verissimo! io faccio outing, visto che va di moda. Ho 30 anni e vivo con i miei e sono anche mammona, mi piace sentire mia mamma una volta al giorno anche quando sono fuori, ma detto questo, abbiamo anche idee, voglia di fare. Peccato che a volta la burocrazia la blocchi un po’ e metta le pastoie ai sogni. Sono appena tornata da Londra, lì era pieno di piccole attività e negozi tenuti da giovani e giovanissimi, ci vuole coraggio, e un po’ di incoscienza, ma credo che il lavoro e la passione ripaghino poi!
Anche in Italia ?
Spero di sì, visto che ho fatto il salto! Comunque voglio essere ottimista, sì
Che progetti hai per il futuro ?
Tantissimi! prima di tutto continuare ad alimentar ee far crescere il blog, che dovrà rimanere il fulcro delle mie attività , e poi corsi di cucina per italiani e stranieri e scrivere! Scrivere è quello che più mi piace fare, ricette e testi di introduzione alla ricette, raccontare la mia vita e la toscana attraverso ricette, parole e fotografie
Credi che i foodblogger possano trasformare quello che inizia come hobby in una professione , il che significherebbe avere anche un riscontro economico?
Sì, ma il blog di per sè non sarà mai la fonte principale di guadagno. Il blog è un bel biglietto da visita, un modo per presentare quello che sai fare, poi potrai guadagnarti da vivere come fotografo, come food stylist, come insegnante di corsi di cucina, come foodwriter…
Il foodblog è una palestra, un esercizio continuo, ti permette di affinare le tecniche e scoprire nuove passioni e abilità , anche un nuovo lavoro, che poi ti potrà permettere di farne una professione
Che cosa coniglieresti a un giovane per il futuro: pare che il mito del posto fisso sia distrutto, spazi aperti non ce ne sono molti, i sistemi di assunzione sono spesso di tipo nepotistico o clienterale. Come vedi tu la prospettiva di crescita dei trentenni?
Ti dirò quello che mi hanno detto non più di un mese fa all’ufficio di collocamento, dove sono andata dopo che mi son trovata disoccupata dopo 4 anni di apprendistato “il lavoro ve lo dovete inventare, il posto fisso non esiste più, scoprite qual è la vostra vera passione e lavorate su quella”.
Sarà che all’università ho studiato scienze della comunicazione, e anche lì ti insegnavano un po’ questo: inventatevi un lavoro in base a quello che vi piace fare, createvi la vostra nicchia, e lavorare su quella, Non si può essere tutti dottori, tutti avvocati, tutti insegnanti, tutti manager. Ormai all’estero è così da anni, la flessibilità va applicata all’approccio alla vita, certo, che se noi poi ci impegnamo tanto su questo fronte, dall’altra ci vorrebbe un’apertura delle istituzioni, e magari ecco, vorrei poter avere accesso ad un mutuo anche se non ho un lavoro fisso. A rivedere la storia del nostro paese, nei momenti di crisi è quando diamo il meglio, io sono ottimista, e credo che questa crisi che viviamo ci farà rimboccare le maniche, e farà dire ai giovani: o ora o mai più, non ho niente da perdere.
Giulia c´é qualcosa che vorresti aggiungere, di cui vorresti parlare?
Allora sarò un po’ hippy e new age. Credo ai sogni, fin da piccina. Credo che i sogni si possano realizzare se alle tue spalle hai persone che ti appoggiano, e io ho una famiglia spettacolare e amici preziosi, e se ti impegni e non hai paura di lavorare, e a me questo proprio non mi spaventa. Quindi ecco, io c’avevo questo sogno di trasformare la passione in un lavoro, e ci sto lavorando quotidianamente, e vediamo dove si arriverà !
Tantissimi auguri Giulia e siamo convinti che arriverai lontano !
Domanda di rito: come hai iniziato questa avventura del blog?
Ho iniziato 3 anni fa, il 1 febbraio 2009, per poter dedicare qualche ora del mio tempo a qualcosa di mio, leggevo blog da più di un anno, cucinavo e sperimentavo, facevo foto per divertimento e le mettevo in un album su facebook, quasi in maniera naturale ho deciso di aprire un blog!
E perché proprio la cucina ?
Mi son sempre divertita tanto a cucinare, e proprio in quel momento nel 2009 avevo bisogno di dedicare del tempo a me stessa, e la cucina mi è sembrato il luogo naturale nel quale ritrovarmi.
Hai un’estetica particolare, con esterni (favolosi): chi ti ispira?
Jamie Oliver e Sir David Loftus, hanno quello stile rustico, semplice ma studiato
La ricerca di un linguaggio proprio é un percorso lungo che impegna tutta la creativitá é una bella sfida?
Cerco di eliminare il superfulo quando possibile! Anche per lo stile ho un’icona, anch’essa inglese, Elizabeth David, i suoi libri, degli anni ’50 e ’60, non hannno fotografie, ma lei riesce con le parole ha ricreare atmosfere magiche, incantate, vere. dipinge con le parole, quello è un dono incredibile
Sei toscana, vivi in un posto da sogno, quanto ha inciso la tradizione familiare?
All’inizio pochissimo, perché io ricercavo l’esotico, il lontano dalle mie abitudini alimentari, ero affascinata dal diverso, poi come in un percorso a ritroso ho ‘riscoperto’ tutta questa ricchezza che avevo a portata di mano e che all’inizio non valutavo abbastanza e mi sono innamorata perdutamente di tutto ciò, della campagna, delle tradizioni culinarie, degli ingredienti poveri di qui e ora la tradizione familiare è invece la guida delle mie ricerche, e l’ispirazione per il blog.
Infatti si vede e questo lo rende unico e ..paradossalmente internazionale. Credi che le immagini riflettano un po’ l’immaginario che hanno gli stranieri sull’Italia e sulla Toscana in particolare ?
Questo è un aspetto sul quale rifletto spesso, voglio raccontare la mia terra, così com’è, voglio che vedano quello che vedrebbero se venissero qui oggi, ma non voglio basarmi sugli stereotipi perché altrimenti ‘sa di vecchio’ di già visto.Voglio che vedano la Toscana vera e viva, attraverso gli occhi di una persona che ci vive e che ha scelto di viverci e di raccontarla. Quindi sono felicissima di essere estremamente locale, ma nel contempo internazionale, perché questa dimensione internazionale è quella che dà a me un respiro diverso, che mi permette di vedere le cose con una prospettiva a volte diversa.
Hai scritto per il sito dell’icona inglese Jamie Oliver, quanto incidono i lettori stranieri ?
Dipende dai post, diciamo un 40% del totale sono stranieri, e spero che il numero aumenti! Scrivere per Jamie Oliver é un sogno ! Al momento ho scritto 4 piccoli articoli per il suo sito web, è una piccola cosa, ma è un inizio..
A proposito di estero, che differenze vedi tra l’approccio alla comunicazione food qui e all’estero?
All’estero se ti impegni e ti dai da fare puoi venir riconosciuto come professionista, non c’è vergogna a dire che vuoi provarci a vedere se funziona, a fare di questo un lavoro, sono più aperti, e chi è più avanti di te spesso ti aiuta anche volentieri. Certo, non si può generalizzare, ma a mio parere c’è più apertura, curiosità e divertimento, dall’altra, qui c’è una grande competenza generalizzata, l’argomento food e cucina è più alla portata di tutti.
Perché gli stranieri sono stati e sono piú bravi di noi a comunicare il cibo?
Verissimo, é che non lo danno per scontato. Sono molto piú avanti nell’immagine, nella cura dei dettagli, nella freschezza.
E come ti spieghi questo boom dei foodblogger in Italia?
Ha un mix di concause: c’è che si parla di cibo, e da sempre ci piace mangiare e parlare di mangiare, ognuno ha una sua ricetta speciale per far quello o far quell’altro, é così, noi Italiani abbiamo il buon mangiare e il buon vivere nel dna, a questo aggiungi che le nuove tecnologie hanno permesso a tutti di poter parlare di cibo su internet, che è divertente, che si crea una bella comunità , che è facile trovare persone con i tuoi stessi interessi… shakera tutto, ed abbiamo il boom dei blog di cucina! Inoltre credo che il foodblogger a differenza di un giornalista possa filtrare tutto attraverso il suo sguardo, e visto che ogni persona è unica, avrà anche un modo tutto suo di vedere e raccontare, la soggettività rende l’approccio al cibo del tutto unico e personale
E questo coinvolge anche persone molto giovani, che ruolo hanno i giovani, la tua generazione, che oltretutto sa gestire bene le tencnologie?
La mia generazione è abituata a cercare informazioni su internet, o meglio, io da piccina andavo ancor ain biblioteca, ma mia sorella che ha 9 anni meno di me è stata abituata da subito a cercare su google le informazioni che le servivano, e poi c’è anche la voglia di condividere, di creare comunità basate sugli stessi interessi. Internet ha permesso tutto questo, è altamente democratico, se hai voce e contenuti puoi farti ascoltare da tutti!
Voi giovani siete piuttosto maltrattati, vi definiscono bamboccioni, mammoni, sfortunati ..che ne pensi? Io vedo molta creativitá ed energia, ma vedo anche non si riesce a canalizzare e usare tutta queste energia
Verissimo! io faccio outing, visto che va di moda. Ho 30 anni e vivo con i miei e sono anche mammona, mi piace sentire mia mamma una volta al giorno anche quando sono fuori, ma detto questo, abbiamo anche idee, voglia di fare. Peccato che a volta la burocrazia la blocchi un po’ e metta le pastoie ai sogni. Sono appena tornata da Londra, lì era pieno di piccole attività e negozi tenuti da giovani e giovanissimi, ci vuole coraggio, e un po’ di incoscienza, ma credo che il lavoro e la passione ripaghino poi!
Anche in Italia ?
Spero di sì, visto che ho fatto il salto! Comunque voglio essere ottimista, sì
Che progetti hai per il futuro ?
Tantissimi! prima di tutto continuare ad alimentar ee far crescere il blog, che dovrà rimanere il fulcro delle mie attività , e poi corsi di cucina per italiani e stranieri e scrivere! Scrivere è quello che più mi piace fare, ricette e testi di introduzione alla ricette, raccontare la mia vita e la toscana attraverso ricette, parole e fotografie
Credi che i foodblogger possano trasformare quello che inizia come hobby in una professione , il che significherebbe avere anche un riscontro economico?
Sì, ma il blog di per sè non sarà mai la fonte principale di guadagno. Il blog è un bel biglietto da visita, un modo per presentare quello che sai fare, poi potrai guadagnarti da vivere come fotografo, come food stylist, come insegnante di corsi di cucina, come foodwriter…
Il foodblog è una palestra, un esercizio continuo, ti permette di affinare le tecniche e scoprire nuove passioni e abilità , anche un nuovo lavoro, che poi ti potrà permettere di farne una professione
Che cosa coniglieresti a un giovane per il futuro: pare che il mito del posto fisso sia distrutto, spazi aperti non ce ne sono molti, i sistemi di assunzione sono spesso di tipo nepotistico o clienterale. Come vedi tu la prospettiva di crescita dei trentenni?
Ti dirò quello che mi hanno detto non più di un mese fa all’ufficio di collocamento, dove sono andata dopo che mi son trovata disoccupata dopo 4 anni di apprendistato “il lavoro ve lo dovete inventare, il posto fisso non esiste più, scoprite qual è la vostra vera passione e lavorate su quella”.
Sarà che all’università ho studiato scienze della comunicazione, e anche lì ti insegnavano un po’ questo: inventatevi un lavoro in base a quello che vi piace fare, createvi la vostra nicchia, e lavorare su quella, Non si può essere tutti dottori, tutti avvocati, tutti insegnanti, tutti manager. Ormai all’estero è così da anni, la flessibilità va applicata all’approccio alla vita, certo, che se noi poi ci impegnamo tanto su questo fronte, dall’altra ci vorrebbe un’apertura delle istituzioni, e magari ecco, vorrei poter avere accesso ad un mutuo anche se non ho un lavoro fisso. A rivedere la storia del nostro paese, nei momenti di crisi è quando diamo il meglio, io sono ottimista, e credo che questa crisi che viviamo ci farà rimboccare le maniche, e farà dire ai giovani: o ora o mai più, non ho niente da perdere.
Giulia c´é qualcosa che vorresti aggiungere, di cui vorresti parlare?
Allora sarò un po’ hippy e new age. Credo ai sogni, fin da piccina. Credo che i sogni si possano realizzare se alle tue spalle hai persone che ti appoggiano, e io ho una famiglia spettacolare e amici preziosi, e se ti impegni e non hai paura di lavorare, e a me questo proprio non mi spaventa. Quindi ecco, io c’avevo questo sogno di trasformare la passione in un lavoro, e ci sto lavorando quotidianamente, e vediamo dove si arriverà !
Tantissimi auguri Giulia e siamo convinti che arriverai lontano !
ciao benvenuta su DSW!!! complimenti per il blog!
sere 🙂