Dalla taragna alla polenta istantanea, fino alla cottura nella pentola a pressione, tutti i consigli per cuocere bene la polenta spiegati passo dopo passo.
Come cuocere la polenta senza sbagliare? Senza dilungarci sulla storia e tradizione di un piatto tipico della gastronomia italiana, vediamo subito come preparare la polenta in casa seguendo le istruzioni. Ecco una guida utile per tutti per cucinare una buona polenta tradizionale o quella istantanea per chi non ha tempo, ma anche le indicazioni per la cottura nella pentola a pressione.
Soluzione più semplice: come cuocere la polenta istantanea
Come cuocere la polenta? Per chi ha molta fretta, per fortuna hanno inventato la polenta precotta, ovvero la cosiddetta polenta istantanea. Un esempio è la polenta istantanea Valsugana. Seguendo le dosi indicate sulla confezione sarà sufficiente far scaldare l’acqua salata in una pentola capiente, versare a pioggia la farina e mescolare energicamente per pochi minuti. Voilà. E’ davvero semplicissimo.
Ripetiamo le istruzioni per fare la polenta istantanea:
- Fate bollire l’acqua mettendo sale a piacere
- Quando l’acqua è calda, versa la polenta a pioggia
- Nel frattempo inizia a mescolare, possibilmente con un mestolo di legno
- Di solito dopo circa 8 minuti è pronta
- Se la vuoi più densa e meno liquida cuocila di più
- Se inizia ad attaccarsi aggiungi un po’ d’acqua
Le dosi della polenta istantanea? I pacchi di solito sono da 4 o 5 persone, ma se non vuoi pesarla considera che 5 cucchiai di polenta con 250ml d’acqua equivalgono a una porzione per una persona. Dunque puoi anche fare tutto il pacco, quella che avanza la puoi cucinare in altro modo! Per fare la polenta istantanea più morbida metti più acqua o toglila dal fuoco prima che diventi troppo densa.
Per quanto riguarda le calorie, in 100g di polenta istantanea abbiamo 340kcal, 1,00g di grassi, 73,00g di carboidrati, 7,50g di proteine.
Per chi ha dei dubbi sulla qualità della polenta istantanea, o se addirittura vi state chiedendo se fa male, la risposta è no: è semplicemente farina di mais precotta.
Cerchi idee per cucinare la polenta istantanea? Guarda le nostre 5 ricette con la polenta istantanea
Polenta tradizionale. Prima cosa da non sbagliare: dosi polenta e acqua
Per preparare la classica polenta “gialla”, quella di mais, bisognerà in primo luogo calcolare le dosi. Per ogni persona in genere si devono contare circa 50 g di farina, mentre l’acqua necessaria alla cottura deve essere pari a quattro volte il peso della farina. Per esempio, per 4 persone sono necessari 250 g di farina e 1 litro di acqua.
Per la polenta taragna (quella mista di mais e grano saraceno) o per farine con una grana particolarmente grossa sarà prudente aggiungere un po’ di acqua in più, eventualmente anche durante la cottura, se avrete l’impressione che la polenta stia diventando eccessivamente soda.
Vedi anche: Polenta e funghi, la ricetta valida tutto l’anno
Quanto sale usare?
Il sale deve essere dosato con molta parsimonia: una polenta troppo salata è davvero immangiabile. Una proporzione affidabile è di circa 1 cucchiaino di sale grosso per ogni litro di acqua, ma è comunque meglio salare poco l’acqua e, se necessario, aggiungere un po’ di sale fino durante la cottura, se si ha la sensazione che manchi. Bisogna anche tenere conto del condimento previsto: salsicce, formaggi stagionati e salumi sono elementi di per sé piuttosto saporiti, che si accompagnano meglio con una polenta poco salata.
La pentola più adatta per la cottura per la polenta
La pentola più adatta per cucinare questa pietanza è il classico paiolo di rame, ma anche una pentola antiaderente dal fondo spesso e dai bordi alti andrà benissimo.
Cucinare la polenta: i passi fondamentali
- Per cucinare la polenta bisognerà portare l’acqua al primo bollore, quindi versare la farina a pioggia, mescolando continuamente (in modo da non formare grumi) prima con una frusta e poi, quando la consistenza lo richiede, con un cucchiaio di legno.
- La polenta va rimescolata con pazienza: quando è ancora liquida è sufficiente rimestare ogni 5 minuti, ma verso la metà della cottura diventa indispensabile mescolarla quasi continuamente. Dal momento che si tratta di un lavoro lungo e un po’ faticoso, se amate preparare spesso ricette a base di polenta prendete in considerazione l’idea di acquistare un paiolo elettrico.
- La cottura della polenta richiede circa 45 minuti dal momento in cui la farina entra a contatto con l’acqua bollente.
- Una volta pronta, la polenta può essere consumata subito oppure lasciata riposare e consumata in seguito, riscaldata nel forno con un gustoso condimento, grigliata sulla piastra o persino “affogata” nel latte caldo.
Come cucinare la polenta con la pentola a pressione
Se avete a disposizione la farina di mais ma non avete il tempo e la voglia di mescolare per quasi un’ora potete provare un sistema alternativo molto efficace, purché eseguito con attenzione: è meglio non cucinare più di 250 g di farina, altrimenti si corre il rischio che gli schizzi di polenta intasino la valvola per la fuoriuscita del vapore, con il pericolo di farla saltare.
Dosi e tempo di cottura con la pentola a pressione
Potete utilizzare la stessa proporzione fra farina e acqua indicata per la cottura tradizionale (1 parte di farina per 4 di acqua), ma dovrete aggiungere al totale un bicchiere di acqua in più.
Versate nella pentola l’acqua con il sale e qualche noce di burro.
Portate al primo bollore, quindi versate la polenta a pioggia, mescolando.
Quando tutta la farina appare ben distribuita nella pentola chiudete il coperchio, aspettate il fischio, quindi abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 20 minuti.
Spegnete la fiamma, fate uscire tutto il vapore, aprite il coperchio, mescolate e servite.
È possibile che con questo sistema un po’ di polenta resti “attaccata” sul fondo della pentola, cosa che peraltro può accadere anche durante la cottura tradizionale.
Com’è nata la polenta
Si tratta di un piatto antichissimo, ma non è sempre stata così come la conosciamo noi oggi, cioè gialla. Il mais infatti, prima della scoperta dell’America, era sconosciuto in Europa. La polenta si faceva con altre farine, di farro o di grano saraceno. Oggi la più diffusa è senza dubbio quella gialla, cioè di mais. Le prime coltivazioni pare risalgano al 1600 in Veneto e Lombardia, non a caso le due regioni dove è più diffusa la polenta.
Vedi anche: 14 ricette sfiziose con la polenta
Al solito i cucchiai sono quantità altamente indefinite, perché i vostri e i miei sono sicuramente di capacità diversa. Per cui bando ai cucchiai, pizzichi, e “quanto basta”(se sapessi già quanto basta, non perderei tempo a leggermi una ricetta). Se in cucina c’è una bilancia bene, se no la si compra una volta per tutte; di quelle elettroniche che fanno la tara, sensibilità 1 g o meglio ancora 0,1 g, con una portata massima che arrivi fino ad almeno 2 kg; si comprano on line, costano dai 35 ai 55 euro una volta per la vita, in genere si possono appendere a un gancio quando non si usano. Il sale da mettere nell’acqua (per la polenta, la pasta, ecc.) si pesa, la dose migliore è 9 g per litro (come nella soluzione fisiologica), così non fa male.
Per due persone si pesano 150 g di farina per polenta (75 g a testa sono dieteticamente accettabili), e una quantità di acqua da 4 volte a 5 volte quella della farina ossia 600 g – 750 g di acqua (0,6 litri – 0,75 litri) secondoché si voglia una polenta piuttosto duretta o molle. Il sale si aggiunge in base alla quantità di acqua che si usa, quindi 5,5 g – 6,8 g. Grosso o fine, e aggiunto prima o dopo, non ha nessuna importanza; il resto sono assurde leggende metropolitane o antiche tradizioni senza più senso (l’aggiunta all’ultimo momento era consigliabile nel caso di recipienti di rame, per ragione di corrosioni con lenta formazione di sali solubili di rame che fanno male alla salute).
Per il resto procedere secondo le istruzioni sulla scatola. Se vi fate un bagnomaria con una pentola grande e una più piccola che ci stia dentro vi risparmiate la fatica di mescolare per tutti gli otto minuti necessari, basta mescolare per in paio di minuti al massimo e poi lasciar cuocere per il resto del tempo senza più mescolare.