Il vino accompagna la storia dell’uomo da migliaia di anni. È un compagno fedele al quale bisogna dare il giusto trattamento se, se ne vuole ottenere il massimo del piacere nel berlo. È una bevanda che non può essere assimilata a qualsiasi altra semplicemente perché non soddisfa solo le nostre esigenze fisiologiche ma nutre anche il nostro spirito.
Perciò è importante che quando decidiamo di bere del vino e questo accompagnerà il nostro pasto, la scelta sia giusta e ponderata e che ogni pietanza sia accompagnata, idealmente, anche dal giusto vino e soprattutto che questo sia anche alla giusta temperatura. Generalmente i bianchi a basse temperature, i rossi ad una più alta perché il freddo esalta il sapore astringente dei tannini, di cui i rossi sono ricchi e, alla fine il vino risulterebbe amaro al gusto.
A tavola poi, il vino deve avere un posto preminente e deve rimanere fino alla fine del pasto, anche se ad ogni portata si cambia tipo di vino.
La scelta del vino, o dei vini, di solito è di pertinenza del padrone di casa che stapperà le bottiglie o provvederà all’assaggio, oppure potrà cedere questo particolare e rituale momento, alla persona tra i presenti, ritenuta a ragione più competente in materia. È importante considerare che l’apertura differisce dal colore. I bianchi o gli spumanti debbono essere stappati al momento della consumazione. I rossi, soprattutto se invecchiati ed in proporzione all’età e al corpo, vanno stappati anticipatamente per allontanare l’odore di chiuso dal vino e per migliorare le sue caratteristiche organolettiche. A volte, per accelerare l’ossigenazione, il vino può essere messo in una caraffa. Mai caraffare un bianco. È buona cosa comunque, presentare un vino pregiato, sempre nella sua bottiglia e con l’etichetta ben in vista.
Quando si versa il vino nei bicchieri, si usa prenderlo all’altezza dell’etichetta, lasciando quest’ultima ben visibile. Mai prendere una bottiglia per il collo.
Di importanza capitale nella degustazione del vino sono i bicchieri. Così come ad ogni pietanza dobbiamo associare un vino così ad ogni vino dobbiamo dare il giusto bicchiere. Se beviamo del bianco dovremo utilizzare bicchieri con una bocca non molto grande, in modo da cogliere i profumi di fiori e frutta tipici dei vini bianchi. I vini rossi giovani possono essere bevuti in bicchieri simili a quelli dei bianchi ma più grandi per esaltare le sensazioni olfattive e per la presenza dei tannini. I vini rossi pregiati ed invecchiati, ricchi di profumi complessi dopo anni di imbottigliamento, necessitano di grandi bicchieri panciuti, con una grande superficie di base che migliora l’ossigenazione e lo sviluppo dei profumi esaltandone il bouquet. Gli spumanti secchi, champagne compreso, necessitano assolutamente le flute, per due motivi: consentono di osservare meglio il “perlage” (l’effervescenza) e rilasciano gradualmente i loro profumi. Al contrario gli spumanti dolci prediligono i bicchieri a coppa per far diffondere prontamente la loro aromaticità (quelli che erroneamente vengono definiti “coppa da Champagne”). Naturalmente è consequenziale l’importanza di sostituire il bicchiere per ogni vino.
La quantità di vino da mettere nel bicchiere non deve mai superare i tre quarti e chi si prende l’onere di versare, deve farlo sempre da destra e ricordarsi di rimescere riportando a misura il livello del vino nel bicchiere. Avere sempre l’accortezza di fare un quarto di giro con la bottiglia dopo la mescita, evitando in questo modo, la caduta di gocce sul tavolo.
Vino e acqua non si miscelano mai, si bevono separatamente.
Prima e dopo aver bevuto si pulisce la bocca con il tovagliolo, senza strofinare, ma con leggeri avvicinamenti del tovagliolo sulle labbra.
Quando si beve il bicchiere va avvicinato alla bocca. No la bocca al bicchiere e mai alzare il mignolo bevendo.
Se non si desidera altro vino nel bicchiere, basta il semplice gesto della mano.
Mai rinunciare ad un brindisi. La regola vale anche per gli astemi ai quali basta il gesto simbolico di sfiorare il bicchiere con le labbra.
15 gennaio 2011