La première dame, protagonista insieme ad altre celebrità del documentario “La premiere seance” (La prima seduta), svela: «La prima seduta a 28 anni, ma non amo parlare sul lettino»
Carla Bruni si mette a nudo. Ma questa volta la première dame non esibisce il suo corpo sulle passerelle o su qualche rivista patinata. La donna più potente di Francia mette a nudo la sua anima e si confessa a Gerard Miller, psicanalista molto presente sulle tv francesi, in un film che sarà diffuso prossimamente su France 3 con il titolo “La premiere seance” (La prima seduta).
La notizia, rilanciata dal quotidiano gratuito 20 minutes, riguarda soprattutto la rivelazione da parte di Carlà di sottoporsi a sedute di analisi di psicoterapia da ben otto anni. Per la prima volta, nel film, la Bruni parlerà dei risvolti più intimi e personali della sua vita: l’esperienza dallo psicanalista da quando è nato suo figlio Aurelien, 8 anni, il fatto di essere stata cresciuta da un uomo che non era suo padre, la perdita nel 2006 di suo fratello Virginio malato di Aids, le sue relazioni amorose, tra cui quella con il figlio (Raphael) del suo partner di allora, il filosofo Jean-Paul Enthoven, da cui è nato Aurelien, e di come è cambiata la sua esistenza da quando è diventata la moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, in meno di quattro mesi.
Oltre a Carla, altre personalità famose raccontano nel film le loro “prime sedute” di psicoterapia, come lo stilista tedesco Karl Lagerfeld, il giornalista francese Marc-Olivier Fogiel, l’attore Charles Beling, il regista Jacques Weber. Nel film, la Bruni confessa di aver consultato per la prima volta uno psicanalista a 28 anni, dopo la morte del padre. In seguito, ha anche cambiato medico scegliendone uno con cui si trovava meglio. A Carlà, infatti, stare distesa sul lettino proprio non piaceva e preferiva il faccia a faccia. «Non mi piace stare distesa e parlare – ha raccontato la première dame – È artificiale. Ho l’impressione che sia una buffonata. Da due anni sono seduta di fronte al mio analista. Questa situazione più civile mi aiuta a parlare con maggiore libertà».