Partita iva forfettaria: requisiti, scadenze e ultime notizie per il 2019 e 2020
In un mondo del lavoro frastagliato come quello italiano, uno dei ruoli più importanti, per l’attività dei liberi professionisti, è svolto dalle partite iva.
In particolare, in questo articolo, ci concentreremo sul regime forfettario, ossia quello agevolato rispetto all’ordinario, che interessa sempre più persone.
Andiamo dunque a scoprire quali sono gli ultimi aggiornamenti in materia, cosa può cambiare nel 2020 e cosa aspettarsi sulla tassazione dal nuovo governo.
I requisiti per entrare nel regime forfettario nel 2020
Quello forfait rappresenta una delle tipologie di partita iva utilizzabili nel nostro paese, a patto di rispettare i suoi requisiti. Uno di questi è rappresentato dalla soglia dei ricavi e compensi, che la Legge di bilancio 2019 ha aumentato sensibilmente. Nello specifico questa somma è stata portata da quella precedente (compresa fra 25.000 e 50.000 € in base all’attività svolta) agli attuali 65.000 euro.
Inoltre ha eliminato una serie di vincoli su collaboratori e dipendenti (erano previsti compensi non superiori a 5.000 euro) e sui beni strumentali, dal costo non superiore a 20.000 €.
Tutto questo l’ha resa sicuramente un’opzione più appetibile per i liberi professionisti, vista la possibilità di produrre più redditi e di spendere maggiormente. Dunque non stupisce l’aumento dei possessori di una partita iva di questo tipo. Ma per approfondire l’argomento, vediamo i suoi vantaggi nel paragrafo che segue.
I vantaggi del forfait 2020
Fra i punti di forza del forfettario spicca sicuramente la tassazione, pari al 15%, ma che è ancora più bassa (5%) per chi avvia un’attività . Un’imposta piatta che consente di sicuro un risparmio sulle somme da versare allo Stato. Questa non rappresenta una novità , dato che esisteva anche in precedenza, ma l’aumento della soglia dei ricavi ha ampliato molto la platea dei beneficiari.
Inoltre è importante ricordare che dal 1° gennaio 2020 è previsto l’avvio del regime agevolato, con imposta sostitutiva del 20%, per chi possiede una partita iva con ricavi compresi fra 65.001 e 100.000 €.
Un altro vantaggio di questo regime riguarda le modalità di compilazione della fattura. Essa, infatti, non prevede l’inserimento dell’IVA, in quanto non deve essere versata dal contribuente nelle casse dello stato, a differenza del regime ordinario.
La fattura elettronica non è obbligatoria
Altro aspetto vantaggioso è l’assenza di obbligo di utilizzo della fattura elettronica. Per questo non necessita dell’uso di un software, semplificando sostanzialmente la contabilità . Fra l’altro prevede anche comunicazioni più snelle, non contemplando l’iva, anche se ad esempio non fa eccezione per quanto riguarda le scadenze fiscali di settembre 2019. Sia per quanto riguarda la presentazione della dichiarazione, sia per quanto attiene al saldo di tasse e contributi Inps.
La data ultima per il pagamento è quella del 30 settembre, grazie allo slittamento previsto dalla conversione del decreto crescita, dovuto a ritardi nel rilascio del software per i nuovi Isa. Esiste sempre la possibilità di pagare quanto dovuto anche fino al 30 ottobre 2019, con una maggiorazione dello 0,40 per cento.
Regime forfettario 2020 ultime notizie: ripristinati i vecchi limiti?
Le novità introdotte in materia di tassa piatta dal governo gialloverde, potrebbero subire modifiche con una nuova maggioranza Partito Democratico e Movimento 5 stelle. Fra le due forze politiche infatti esiste un terreno d’incontro in materia di redistribuzione fiscale.
Esse potrebbero riguardare le modifiche da apportare alla tassazione agevolata per i forfettari. Ma più che ad una cancellazione, che appare improbabile ad oggi, quello che potrebbe accadere è il ripristino dei vecchi limiti di accesso. In altre parole potrebbe essere riabbassato il limite dei ricavi che, grazie alla Legge di bilancio del 2019, era stata portata a 65.000 euro.
Vedi anche: Pensioni, ultime notizie
Entrambi i partiti sono sempre stati contrari alla flat tax, voluta dalla Lega, in quanto la ritenevano una misura che in sostanza favoriva i ricchi. Dunque non è azzardato pensare che questo tipo di impostazione non verrà riproposta con il nuovo esecutivo. Ma è possibile che si cerchi di recuperare risorse togliendo il vantaggio fiscale che era stato concesso.
Tuttavia siamo ancora nel campo delle ipotesi e non si hanno certezze sulle decisioni dell’esecutivo in materie di forfait. Certo, un eventuale intervento dovrebbe tenere conto del fatto che, a seguito delle novità introdotte, sono state aperte oltre 400.000 partite iva di questo tipo. Dunque è facile ipotizzare che molti liberi professionisti potrebbero non vedere di buon occhio eventuali modifiche.
Vedi anche: Come calcolare la percentuale Iva da mettere in fattura
Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web