Credit crunch significa stretta creditizia, con la quale si fa riferimento all’inasprimento delle condizioni alle quali una banca concede un prestito
Nell’ultimo anno e mezzo si è parlato molto di credit crunch in relazione alla depressione economica: gli istituti hanno diminuito gli impieghi, con conseguenze pesanti per le imprese, che si sono viste ridurre i prestiti e che sono entrate in una crisi di liquidità .
La stretta creditizia, infatti, può avere due origini. Una è quella che deriva dall’andamento negativo dell’economia. Le banche, per garantirsi il capitale, in una situazione nella quale cresce il rischio di insolvenza, irrigidiscono le condizioni per la concessione di un prestito. Esattamente quello è accaduto nell’ultimo periodo, caratterizzato da numerose polemiche da parte delle organizzazioni imprenditoriali.
Gli istituti di credito, per preservare il capitale esposto ad erosioni a causa delle minusvalenze provocate dalla crisi dei mutui subprime (i mutui ad alto rischio di insolvenza che hanno innescato la depressione mondiale) hanno diminuito l’offerta di credito. Un altro tipo di stretta creditizia è quella che viene operata sulla base delle decisioni delle autorità monetarie. Le banche centrali – nel nostro Paese Bankitalia – indicano agli istituti di credito di “stringere” i cordoni della borsa. Ciò avviene generalmente con un aumento del tasso di interesse, e quindi con un incremento del costo del denaro, dopo fasi di espansione, per evitare spinte inflazionistiche.
23 ottobre 2010
Gioralista economica, e scrittrice. Collabora da anni con il Sole 24ore