Investire i nostri soldi, bene è possibile ma esistono investimenti che ci mettono al riparo da rischi? L’importante è diversificare. Vediamo quanto conviene investire in Btp e quali sono le alternative oggi.
Investire sembra questa la preoccupazioni degli Italiani, in un momento dove poter gestire nel modo migliore anche i pochi denari che si ha da parte diventa importante.
Ultimamente non si è fatto che parlare di Btp Italia. Ma investire i soldi in questi prodotti è davvero conveniente?
Iniziamo col dire quanto rendono. Il Btp Italia permette di portare a casa un rendimento minimo sulla cedola pari all’1,65%. Questo cosa significa? Nel caso in cui ci si trovasse davanti ad un’inflazione come quella registrata nel mese di aprile, tra lo 0,4 e l’1%, il Btp Italia ci porterà a guadagnare il 2,65% circa su base annua. Dobbiamo poi ricordarci che avremmo anche un bonus sul rimborso del capitale pari allo 0,4%.
C’è però anche il rovescio della medaglia: se da un lato avremmo una tassazione del 12,50%, è bene ricordare che in casa di deflazione la cedola del titolo può scendere, anche se comunque il decremento non sarà al di sotto del tasso garantito.
Sui Btp Italia, vorrei riportare il secco giudizio di Beppe Scienza che, nel suo blog scriveva “sorvolando su queste ridicolaggini, merita però sollevare qualche riserva in termini di rischio. È vero che i titoli reali, cioè indicizzati all’inflazione, strutturalmente incorporano una protezione assente in tutti gli altri. Ma i Btp Italia non sono certo l’alternativa più sicura, se per maggiore sicurezza si intende il minor rischio di perdite. Che accadrebbe se il famigerato spread sui titoli del Tesoro dovesse risalire ai livelli passati? Basta andare a vedere cosa capitò a tali titoli nell’autunno del 2011, cioè due anni e mezzo fa, non in una precedente era geologica. Circolava un titolo reale di pari vita residua: il Btp-i 2017 2,35% che a fine settembre scese quasi a 70 euro, ogni 100 di nominale iniziale”.
Ricordiamo comunque che uno dei timori maggiori in questo tipo di investimenti è proprio la lunga durata: chi investe in BTP a lunga scadenza deve obbligatoriamente considerare il rischio interesse, in quanto più lunga è la durata dell’investimento più alta sarà la probabilità di dover disinvestire. Ma non solo: la lunga scadenza porta a dover valutare la dinamica futura dei tassi d’interesse, perché tassi a minimi comportano probabilità più alte di un rialzo dei tassi e questi una perdita in conto capitale. L’effetto di deprezzamento di un BTP a causa di un rialzo dei tassi è amplificato dalla durata dell’obbligazione.
Oltre a questo è importante che l’investitore metta in conto eventuali problemi di solvibilità dello Stato. Cosa che non ci si agura mai.
Aggiungiamo ancora una cosa. Se è bene investire in BTP, è importante anche diversificare il proprio portafoglio investimenti. Nel caso del portafoglio di investimento composto da soli BTP l’investitore si espone ad un unico emittente e ad un unico rischio di default, un investimento in BTP può essere sensato se all’interno di un portafoglio diversificato e con un peso non eccessivo.
Quali potrebbero essere al momento le alternative?
Difficile trovarne di convincenti, soprattutto se l’investitore è prudente e nel tempo non voglia rischiare. E’ importante ricordare che alcuni conti deposito delle banche sono in grado di garantire interessi maggiori. Anche in questo caso, però è bene valutare l’aspetto fiscale.
Senza dubbio se vogliamo parlare di un altro investimento tranquillo e a lunga scadenza si può pensare ai Buoni Fruttiferi Postali “Ordinari”: un tipo di prodotto adatto a chi voglia fare un investimento di lungo periodo a tasso crescente. Ricordiamo che hanno una durata massima di venti anni.
Per ciascun anno è fissato un tasso di interesse nominale annuo che viene capitalizzato, annualmente, in maniera composta fino a scadenza.
Il tasso di interesse nominale annuo viene calcolato su base bimestrale con il criterio di giorni 360/360.
Gli interessi così determinati sono corrisposti al momento del rimborso del Buono insieme al capitale sottoscritto.
Possono essere rimborsati anticipatamente in qualsiasi momento con diritto alla restituzione del capitale investito e, dopo un anno, al riconoscimento degli interessi fissi maturati.
Attualmente gli interessi variano da un minimo dello 0,25% per chi li tenesse solo un anno ad un massimo del 2,38% per chi li tiene 20 anni.