Riforma del condominio cosa è cambiato? Tra le nuove regole non sarà più vietato ospitare cani e gatti per famiglie o single che desiderano avere un amico a quattro zampe. Ma quali sono le nuove regole per gli amministratori? Ecco cosa prevede la nuova legge per gli amministratori dei condomini.
Un testo che non è stato variato in nessuna parte rispetto a quello approvato in precedenza nell’altra aula del Parlamento ed ossia alla Camera. In totale sono 31 gli articoli che compongono questa riforma che viene ritenuta storica dato che le vecchie regole erano state varate addirittura nel 1942 ed ossia in un’epoca completamente differente da quella attuale.
Per quanto riguarda la figura dell’amministratore, sono stati fissati dei requisiti assolutamente da soddisfare affinché una persona possa essere nominata e quindi ricoprire tale ruolo. Sono diversi i paletti da rispettare che sono stati inseriti nella norma ed in particolare:
• l’aver conseguito quanto meno un diploma in un qualsiasi istituto superiore.
• godere dei diritti civili ed ossia che nei cinque anni precedenti alla nomina, l’amministratore non sia stato colpito da provvedimenti di inabilitazione, di interdizione o di fallimento.
• l’amministratore non sia stato mai condannato per reati ed illeciti di natura patrimoniale.
• non deve risulta essere protestato per via di un mancato pagamento o quant’altro.
Inoltre, non è più necessario provvedere ogni anno al rinnovo del mandato in quanto le nuove norme prevedono una riconferma automatica fintanto che l’assemblea condominiale non provveda a richiederne le dimissioni oppure sia l’amministratore stesso a rassegnarle per una qualsiasi ragione. È diventato obbligatorio nominarlo per quei condominii che contano un numero minimo di condomini pari a nove ed inoltre, tutte le operazioni finanziarie dovranno essere rese tracciabile attraverso un solo conto corrente bancario o postale intestato al condominio. Infine, l’amministratore è tenuto o per meglio dire, è costretto ad agire entro 180 giorni dalla data in cui viene effettuato il rendiconto, nelle opportune sedi nei confronti di condomini che hanno contratto pendenze.
L’assemblea può licenziare l’amministratore in qualsiasi momento anche se a richiederlo è una sola persona, a patto, però, che siano riscontrate gravi inadempienze da un punto di vista della gestione fiscale. Qualora, l’assemblea non dovesse essere d’accordo nel licenziamento proposto dal condomino, quest’ultimo può rivolgersi ad un giudice che non solo potrà fargli risarcire le spese condominiali ma può anche destituire dal proprio incarico l’amministratore se quest’ultimo:
– Non ha preparato in tempi utili il rendiconto.
– Non avvisa prontamente un condomino di una questione in cui è chiamato in ballo.
Inoltre i condomini avranno il diritto di poter prendere visione in ogni momento dei documenti contabili facendone richiesta e nel caso in cui non rispettino le regole fissate, possono essere puniti con ammende che vanno dai 200 euro fino agli 800 euro.
Per quanto concerne le parti comuni, la riforma stabilisce che può essere dismesso un impianto in quanto non più utile oppure cambiata la destinazione d’uso di una zona, nel caso in cui siano favorevoli all’operazione almeno l’80% dei condomini in possesso dei 4/5 dei millesimi.