Il prossimo 16 giugno gli italiani dovranno pagare la Tasi- Tassa sui servizi indivisibili, da quanto sembra è più cara dell’Imu. Ecco calcoli e tabelle di quanto i contrubuenti dovranno pagare.
La Tasi? Una tassa da pagare e da stare zitti? Forse sì, almeno quando i cittadini riusciranno a capire quanto sia il suo valore economico. L’importo, infatti, a poco meno di un mese dalla data di pagamento (salvo slittamenti dovrebbe essere il 16 giugno) è ancora da decidere in molti comuni.
Questo comporta una fase di incertezza sempre più acuta. L’ideale sarebbe fare quanto propone Federconsumatori, ossia far slittare a settembre la prima rata: in questo modo le famiglie avrebbero un attimo di respiro.A quanto sembra, comunque, con la TASI sarà più cara rispetto all’IMU, come si evince dalle tabelle. L’aumento dell’attuale aliquota massima dal 2,5 per mille al 3 per mille sulla prima casa e il superamento del tetto della somma di IMU e TASI sugli altri immobili dal 10,6 per mille (8,1 di IMU e 2,5 per mille di TASI), all’11,1 per mille – comporterà un ulteriore aggravio di 40 euro medi a famiglia.
“In ogni caso – spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL – se si arrivasse al 3 per mille sulle prime case, mediamente, senza detrazioni, si pagherebbero 237 euro medi (il costo medio dell’IMU nel 2012 era di 225 euro), con punte di 483 euro a Torino (di IMU si pagò 475 euro); a Roma 471 euro (di IMU si pagarono 537 euro); a Milano 429 euro (di IMU si pagarono 292 euro), a Genova 408 euro (di Imu si pagarono 372 euro), a Bologna 396 euro (di Imu si pagarono 321 euro), a Napoli 321 euro (di Imu si pagarono 379 euro)”.
Passiamo alle certezze: parliamo, quindi, di quei comuni che hanno già deliberato. Secondo i dati riportati da Federconsumatori, tutti sarebbero orientati all’applicazione di aliquote ben al di sopra del minimo previsto, attestandosi tra il 2,5 ed il 3,3 per mille. La detrazioni sono inferiori a quelle previste per l’IMU: nei comuni più virtuosi raggiungono i 110-120 Euro, a cui si sommano 30-50 Euro per ogni figlio a carico con età inferiore a 26 anni.
Prima casa
Città – Aliquota – Importo
Torino – 3,3‰ – 927,67
Roma – 2,5‰ – 878,47
Venezia – 3,3‰ – 700,74
Milano – 2,5‰ – 598,68
Ravenna- 2,5‰ – 351,39
Stime Federconsumatori relative ad un appartamento tipo: A2, 100 metri quadri, nucleo familiare di 3 persone – senza detrazioni.
Cosa stabilisce la legge
La legge di stabilità ha fissato il tetto massimo al 2,5 per mille per la prima casa e al 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). I Comuni, comunque, possono aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa. Queste maggiorazioni, però, devono essere vincolate alla concessione delle detrazioni, scomparse a livello nazionale rispetto all’Imu.
In altri termini cosa significa? Questo comporta che per le prime casel’aliquota potrà dunque salire fino a un massimo del 3,3 per mille. Per le seconde case si potrà arrivare all’11,4 per mille complessivo.
Altro discorso, invece, vale per le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) continueranno a pagare l’Imu sulla prima casa, con un’aliquota massima del 6 per mille e con la sola detrazione di 200 euro, senza i 50 euro extra per ogni figlio.