Chi e perché è tenuto alla restituzione in dichiarazione dei redditi del bonus da 80 euro ricevuto in busta paga. Una guida per fare chiarezza.
Il bonus da 80 euro in busta paga (quindi attenzione: non stiamo parlando del bonus bebè), che qualcuno aveva anche chiamato più o meno sarcasticamente “Bonus Renzi”, è un’integrazione del reddito per molti italiani. In queste ore stiamo però leggendo notizie non esattamente accurate e molto “terrorismo” mediatico, che poi si propaga inevitabilmente sui social. C’è chi sostiene che si debba restituire il bonus, che 2 milioni di italiani se lo sanno visti richiedere indietro, si legge di cifre iperboliche da restituire allo stato.
Facciamo  un po’ di chiarezza.
Il bonus spetta a chi ha un reddito complessivo tra gli 8.000 e i 26 mila euro l’anno
Prima di tutto una premessa: il bonus è stato accreditato a chi ha un reddito complessivo compreso tra 8 mila e 26 mila euro lordi l’anno. Va fatta molta attenzione al tetto perché si parla di reddito complessivo: è chiaro dunque che se una persona ha una busta paga da dipendente ma poi ha altri lavori potrebbe sforare il limite e perdere il diritto al bonus stesso.
Un esempio per capire meglio
Ho un reddito annuale da lavoratore dipendente di 25 mila euro. Mi è stato dunque accreditato il bonus aggiuntivo da 80 euro in busta paga. Poi ho presentato dichiarazione dei redditi e ho, correttamente, indicato ad esempio un reddito aggiuntivo per una collaborazione lavorativa ulteriore o l’affitto di un appartamento. In questo modo il mio reddito annuale complessivo è aumentato di 5 mila euro. Sono arrivato a 30 mila euro e ho sfondato il tetto limite per il bonus. Quindi è chiaro che questo è il caso tipico in cui, in dichiarazione dei redditi, mi sarà richiesto di ridare anche tutto il (o parte del) bonus che avevo preso ma cui non avevo diritto.
Riassumendo:
- Ho un unico reddito compreso tra 8 e 26 mila euro -> ho ricevuto correttamente il bonus e sono tranquillo.
- Ho più redditi ma non supero i 26 mila euro l’anno -> ho ricevuto correttamente il bonus e sono tranquillo.
- Ho più redditi e supero globalmente la quota di 26 mila euro l’anno -> se ho ricevuto il bonus perché il datore di lavoro non era a conoscenza degli altri redditi dovrò, con la dichiarazione dei redditi, pagare una quota di tassazione corrispondente al bonus indebitamente riscosso.
In sostanza: non c’è trucco né inganno. In dichiarazione dei redditi “restituiranno” il bonus fiscale ottenuto in busta paga solo coloro i quali avranno superato il tetto previsto dalla legge causa sommatoria di più redditi.
Lo stato non può sapere in anticipo il nostro reddito e quindi questa diventa una normale compensazione di un bonus che è stato accreditato ma cui non si aveva diritto. C’è anche una questione “tecnica” dietro: il datore di lavoro riconosce il bonus “automaticamente” in busta paga sulla base dei dati di reddito di cui è a conoscenza, è quindi tecnicamente fisiologico che poi per situazioni di cambi di lavoro, sommatoria di più redditi, stipendio da dipendente sommato a redditi da locazioni la verifica effettiva del monte totale di reddito si faccia in un secondo momento, appunto con la dichiarazione dei redditi.
Veramente 2 milioni di italiani dovranno ridare il bonus?
Il Ministero delle finanze ha dato le cifre ufficiali: 11,9 milioni di italiani hanno ottenuto il bonus di 80 euro dal loro datore di lavoro per una spesa totale dello stato di 9 miliardi di euro. Di essi, solamente 966 mila hanno dovuto restituire tutto il bonus (per un totale di 508 milioni di euro), 765 mila ne hanno restituito una parte. In totale allo stato sono tornati 508 milioni di euro una parte minima del totale speso, pari al 5,5% (e comunque erano soldi versati ma non dovuti).
E chi ha redditi inferiori agli 8 mila euro?
Situazione diversa è per gli incapienti o per chi ha redditi annuali molto bassi. Se è vero che anche chi ha meno di 8 mila euro all’anno di reddito ha dovuto restituire il bonus poiché non rientrava nella forbice di reddito dei beneficiari è altresì vero che tali contribuenti sono ricompresi nella no tax area. Cosa significa? Che magari gli sarà stato accreditato il bonus, probabilmente per poco tempo (quasi sicuramente avranno avuto un part-time, vista l’entità del reddito totale, oppure avranno lavorato per pochi mesi) ma contemporaneamente in dichiarazione avranno potuto scalare tutte le tasse della busta paga e portarle in detrazione per l’anno successivo o ottenerne la restituzione.
Dunque è praticamente sicuro che i soldi del bonus da restituire allo stato saranno molto inferiori a quanto si riceverà indietro per le tasse che non si dovevano pagare.
Esempio concreto: lavoro 3 mesi in un anno con una busta paga lorda di 1700 euro mensili. Ottengo 240 euro di bonus (80 euro x 3 mensilità ). Avendo l’Irpef al 23% avrò pagato di tasse 1173 euro. In dichiarazione dovrò sì ridare 240 euro di bonus ma mi verranno restituite 1173 euro di tasse, quindi ci “guadagnerò” 933 euro.
Comunicare all’Inps che si supera il tetto
Un consiglio finale per evitare il rischio di dover ridare dopo molto tempo dei soldi che magari abbiamo nel frattempo speso: potete, tramite il sito Inps, sezione Cassetto previdenziale del cittadino, comunicare al Fisco che non avete i requisiti per fruire del bonus. Così eviterete poi di dover ridare quanto indebitamente ricevuto.