E legge il bonus di 80 euro sarà in in busta paga da maggio. Come funziona e chi ne ha diritto . Ecco le ultime novità
25 aprile 2014
Firmato ieri il decreto sul bonus di 80 euro in busta paga dal Presidente Giorgio Napolitano. I lavoratori dipendenti dovrebbero percepire fin dal mese di maggio 80 euro in busta paga.
17 aprile 2014
Bonus 80 euro: le ultime novità
Avevamo già scritto sul bonus fiscale da 80 euro promesso da Governo Renzi. Ma dobbiamo tornare a parlarne, perché sembra che nell’aria ci siano alcune novità. Nulla di certo per il momento. Solo rumors di stampa. Ma da quello che si dice in giro sembrerebbe che lo sgravio debba concentrarsi su chi guadagna circa 1.200 euro e non su quanti ne guadagnano 1.500. Sempre secondo queste indiscrezioni, si dovrebbe poi allargare ai redditi molto bassi. Per quanto riguarda gli incapienti, ovvero tutti quelli che percepiscono meno di 8mila euro lordi l’anno e non pagano le tasse, dovrebbe essere previsto un bonus da 40-50 euro. Il nodo restano però le coperture.
Nella fascia tra i 55mila e i 100mila euro la detrazione non potrà essere goduta per intero, ma andrà calcolata sulla base di un coefficiente decrescente al crescere del reddito. In pratica chi guadagna 60mila euro e porta in detrazione spese per 1.000 euro oggi ha un bonus di 190 euro e domani lo vedrebbe scendere a 173. Salendo a 80mila euro il taglio sarebbe ancora più rilevante perché, a spese immutate, lo sconto fiscale passerebbe da 190 a 106 euro (-80%). Oltre i 100mila euro la stretta cambia ancora.
Il problema maggiore comunque sembra quello legato alle coperture. Se è vero che fonti di Palazzo Chigi smentiscono l’ipotesi di interventi sulle detrazioni, rimane aperta l’ipotesi di tagli alla sanità. Ma soprattutto rimane aperta l’ipotesi si una decurtazione degli stipendi dei dirigenti pubblici, dei magistrati, delle alte gerarchie militari e dei docenti universitari, puntando ad un risparmio di 800 milioni di euro sull’acquisto di beni e servizi.
80 euro in busta paga e lavoro nero
Ci voleva l’Eurobarometro per scoprire l’acqua calda: l’Italia è al diciassettesimo posto nella classifica europea del lavoro nero.
Sinceramente un po’ tutti lo sapevamo già. Ma aver ottenuto un certificato ufficiale dall’Europa servirà se non altro a far entrare l’Italia nei ranking meno apprezzabili all’estero: quello sul lavoro. Ma soprattutto quello che va all’occhio è che siamo al diciassettesimo posto su ventisette
Ma a voler essere onesti conviene?
Iniziamo a parlare del famoso bonus annunciato da Renzi, che dovrebbe portare 80 euro in più in busta paga per i redditi medio bassi avrà un andamento variabile e progressivo a seconda delle fasce di reddito dei lavoratori interessati. Gli 80 euro mensili in più promessi dal Premier si concentreranno nella fascia di reddito sui 24mila euro; oltre questa soglia l’effetto si ridurrà per annullarsi completamente a 35mila euro. Secondo varie simulazioni che girano nelle ultime ore in rete e sulla carta stampata, il picco positivo si attesterebbe a 97 euro in corrispondenza di redditi compresi tra tra gli 12.000 e 15.000 (pari a 950 netti al mese). Bonus che scende a 60 euro mensili nella fascia compresa tra i 20 e i 25 mila lordi annui (1.416 al mese).
Ma specifichiamo meglio. Secondo i conteggi effettuati dalla Cgia di Mestre per i redditi da lavoro dipendente al di sotto dei 25.000 euro lordi all’anno, l’aumento delle detrazioni Irpef voluto da Renzi, ovvero gli 80 euro mensili netti in più in busta paga, consentirà di abbassare, rispetto al 2013, il carico fiscale di oltre mille euro per una famiglia bireddito e di 500 euro per quella monoreddito.
Nei conteggi la CGIA ha messo a confronto il carico fiscale che queste due famiglie dovranno sostenere quest’anno rispetto a quanto hanno pagato nel 2013.
Il risultato è positivo ed in tutte e due le situazioni – nonostante l’introduzione della Tasi, della Tari, del leggero ritocco all’insù sia delle addizionali Irpef comunali/regionali sia dell’imposta di bollo sul dossier titoli e gli effetti a regime dell’aumento dell’Iva – le tasse, rispetto al 2013, sono destinate a diminuire.
“Pur salutando con grande soddisfazione l’appesantimento delle buste paga voluto da Renzi – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – il problema si pone per coloro che non potranno beneficiare del taglio dell’Irpef, come i lavoratori autonomi e i pensionati, e per tutti i contribuenti che dichiarano un reddito superiore ai 25.000 euro. Se escludiamo i 10 milioni circa di incapienti e i 10 milioni che beneficeranno degli 80 euro mensili in più in busta paga, rimangono altri 21 milioni di contribuenti: per questi, il peso delle tasse è destinato ad aumentare”.