31 gennaio 2011 – Ha una età media che si aggira intorno ai 54 anni. Quando si mette in gioco lo fa sempre più spesso per scelta. E di fronte alla crisi dimostra di saper resistere a un mercato debole e in contrazione meglio di quanto riesce a fare un uomo. E’ l’identikit della donna imprenditrice a capo di una delle 1,4 milioni di aziende “in rosa” del Paese. Lo ha tracciato Unioncamere, con il secondo rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile. Una indagine che, numeri alla mano, conferma come le aziende guidate da donne diano prova di saper contrastare la crisi con armi migliori di quelle maschili. Basti dire che tra giugno 2009 e giugno 2010 – vale a dire nel pieno dell’ondata recessiva che ha colpito i mercati internazionali – le imprese femminili sono cresciute del 2,1%, a fronte di un saldo negativo di quelle maschili, che hanno invece subito una flessione dello 0,4%. Il segreto? Maggiore flessibilità e dinamicità , più coraggio e determinazione. “Le donne sono una risorsa che ancora non riusciamo a valorizzare come dovremmo e che invece può rivelarsi uno dei driver vincenti per il nostro sviluppo”, dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Per le imprese guidate da donne la crescita più consistente si rileva in Lazio, Lombardia e Campania. Quanto ai settori gli impulsi maggiori all’aumento dello stock di aziende arrivano dai servizi di alloggio e ristorazione, dal commercio e dalle costruzioni. Quest’ultimo, tradizionalmente maschile, si sta rivelando sempre di più un terreno di conquista per le donne, con 63.915 aziende “in rosa” e un tasso di crescita pari al 6,7%. I settori dove è più consistente la presenza di imprese femminili restano comunque quello della sanità e dei servizi di assistenza alle persone e quello dei servizi alle imprese: quasi un’azienda su due è retta da donne.
Quanto alla dimensione, le imprenditrici preferiscono quelle micro, mentre per forma giuridica ripiegano soprattutto sulla ditta individuale, che costituisce il 61% del totale. Nonostante ciò è tra le società di capitali che si nota la crescita maggiore: sono aumentate infatti del 18%, un segnale del salto di qualità dell’imprenditoria femminile. Il saldo tra cessazioni e nuove imprese è infine positivo in tutto il Paese, senza distinzioni geografiche. Si va dal record dell’Italia centrale (+3,31%) a un aumento dello 0,54% nelle isole.
Natascia Ronchetti
Gioralista economica, e scrittrice. Collabora da anni con il Sole 24ore
E’ inutile giraci intorno, noi donne abbiamo davvero una marcia in più, è per questo che gli uomini cercano sempre (e anche abbastanza inutilmente) di sminuirci. Perchè loro a differenza nostra lo sanno da sempre e hanno paura di noi!
E’ sempre bello e incoraggiante vedere come le donne riescano ad avere successo e… a mantenerlo!