A Roccamonfina, in provincia di Caserta si trovano e orme umane più antiche d’Europa, risalgono a 385000 – 325000 anni fa, periodo in cui in Europa risiedeva l’Homo Heidelbergensis, un antenato di Homo Neanderthaliensis.
(25 ottobre 2009) – La scoperta risale al 2003, le orme che per anni erano state definite come opera del “diavolo” dalle credenze popolari, sono impresse sulla superficie di una colata piroclastica del vulcano di Roccamonfina, in località Foresta, nel comune di Tora e Piccilli
Le impronte umane sono state datate tra i 385000 e i 325000 anni fa, periodo in cui in Europa risiedeva l’Homo Heidelbergensis, un antenato di Homo Neanderthaliensis.
Si suppone che le orme siano state impresse quando la massa lavica era ancora calda e non completamente solidificata, la loro conservazione è stata possibile grazie ai flussi piroclastici intervenuti in seguito.
Le orme più evidenti sono associate a tre piste che scendono un ripido pendio. Le tracce impresse evidenziano una deambulazione completamente bipede con l’utilizzo delle braccia solo in fase di appoggio e riequilibrio in settori a forte pendenza. Le orme che hanno una dimensione di 24-25 centimetri, dovevano appartenere a individui alti circa un metro e mezzo, considerando però che l’Homo Heidelbergensis aveva un’altezza media di 175 centimetri, è lecito supporre che le tracce siano state impresse da dei bambini, magari incuriositi dall’eruzione vulcanica, oppure che in Campania vivevano individui relativamente bassi di H. Heidelbergensis.
Le impronte si presentano allungate, mostrano un arco plantare sollevato, conservano inoltre tracce del tallone e delle dita. L’età, le rende uniche nel panorama delle tracce fossili umane del nostro continente, seconde al mondo dopo quelle rinvenute recentemente nella località di Ileret in Kenya e risalenti a 1,5 milioni di anni fa ( le piste di Laetoli, che risalgono 3,6 milioni di anni fa appartengono invece alla specie delle australopitecine).
Le piste di Tora e Picilli, sono inoltre l’unico caso al mondo in cui siano impresse sia le tracce dei piedi sia quelle delle mani, utilizzate queste ultime per equilibrarsi su un perdio difficile e accidentato.
Da ottobre 2007, il sito Paletnologico è visitabile; l’intera area è stata recintata per garantire un facile accesso ai visitatori, intorno vi sono numerosi sentieri che si dipanano fino al borgo di Foresta.