“Non sussistono dubbi sull’autenticità del reperto” afferma Paolo Galluzzi, direttore del Museo di Storia e della Scienza di Firenze
23 novembre 2009 – L’eccezionale ritrovamento è avvenuto grazie ad un collezionista; si tratta di un dente e del dito pollice e indice della mano destra, prelevati dalla salma del grande scienziato toscano il 12 marzo del 1737, nel corso della traslazione del corpo nel sepolcro monumentale della basilica di Santa Croce.
La descrizione del macabro rituale è stata decritta in maniera dettagliata da Giovanni Targioni Tozzetti, grande storico delle scienze e competente naturalista dell’epoca, che quel giorno per primo estrasse dalla tasca un coltellino e si appropriò di alcune parti organiche dell’illustre scienziato. Al rito parteciparono anche il raffinato studioso di antichità Anton Francesco Gori, il marchese Vincenzio Capponi, provveditore dell’Accademia Fiorentina, e Antonio Cocchi, medico letterato protagnista dell’introduzione della massoneria in Toscana. Grazie alla miniziosa descrizione del Tonzetti sappiamo che allo scienziato furono asportate tre dita della mano destra, pollice, indice e medio, un dente e una vertebra. Alcune di queste reliquie sono state conservate gelosamente fino ai giorni nostri, in particolare il dito medio è al museo fiorentino di Storia della Scienza, la vertebra all’Università di Padova. Dal 1905 si era persa traccia del pollice, dell’indice e del dente, si ipotizzò quindi che i singolari reperti fossero andati definitivamente perduti.
Questa ipotesi, invece, si è dimostrata errata: il cimelio galileiano è riemerso recentemente ad un’asta, e battuto come un lotto del quale era ignota la precisa identità. Una teca di legno sovrastata dal busto di Galileo e al suo interno un’ ampolla di vetro, contenente due dita (pollice e indice) e un dente.
Grazie alla conoscenza e alla competenza di un noto collezionista presente all’asta che si è potuto identificare origine e conteuto del lotto.
Le reliquie di Galileo, verranno esposte al pubblico per la prima volta dalla primavera el 2010, in occasione della riapertura, dopo i lavoro di ristrutturazione dell’Istituto e Museo della Scienza di Firenze, che da quel momento assumerà il nome definitivo di Museo Galileo.
Foto: Dito di Galileo Galilei (nove.firenze.it)