Il maestro nella cappella Peruzzi ha usato la pittura “a secco” per superare alcuni limiti imposti dalla tecnica dell’affresco, utilizzando dei leganti proteici che non hanno resistito al tempo ed hanno nascosto ai nostri occhi l’immagine complessiva dell’affresco originale.
I raggi ultravioletti che catturano per prima cosa tutta la materia organica, in questo caso i leganti tramite i quali si formavano i colori (olio, tempera a uovo, caseina) hanno permesso di vedere le pitture cosรฌ com’erano state create da Giotto.L’equipe che si รจ occupata di questo caso, lavorerร ancora per due anni e mezzo all’interno delle cappelle della Basilica di Santa Croce, analizzando oltre alla cappella Peruzzi anche la cappella Bardi.
La cappella Peruzzi fu la prima a essere affrescata con le Storie di San Giovanni Battista sulla parete sinistra e con storie di San Giovanni Evangelista sulla parete destra. In questa cappella sono rappresentati edifici con una struttura architettonica complessa e articolata, nei quali si evidenzia sempre di piรน l’interesse dell’artista per la prospettiva. Attraverso questi dipinti inoltre รจ possibile vedere l’evoluzione dello stile di Giotto, e grazie agli studi effettuati con i raggi ultravioletti รจ oggi possibile vedere sui lunettoni, Cristo apocalittico mietitore, la donna con il bambino in culla, il panneggio a Patmos di San Giovanni Evangelista e la sua Assunzione. E’ stato inoltre possibile osservare il banchetto di Erode con tutti i decori, vesti e suppellettili e la resurrezione di Drusiana. Immagini che in questa dimensione riacquistano volume.
Nella Cappella Bardi, che narra storie della vita di San Francesco e che fu affrescata successivamente da Giotto, gli studiosi possono giร affermare che non sarร possibile una scoperta di questo genere, perchรฉ tutte le pitture di questa cappella sono state realizzate “a fresco”.
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11 marzo 2010 – Simona Betti
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