La campagna di scavo per ritrovare il “Tesoro di Napoleone”, inizierà domani 12 giugno, data in cui ricorre il 198esimo anniversario dell’invasione francese in Russia. Si tratta di ottanta tonnellate d’oro che furono saccheggiate dall’esercito francese nell’autunno del 1812 e che secondo gli studiosi sembrerebbero sepolte sotto un cumulo di terra, a poche centinaia di chilometri da Mosca
Quando l’esercito napoleonico entrò in Mosca, gli 800mila soldati possedevano già un piccolo tesoro privato frutto dei saccheggi a danno di città e villaggi conquistati durante l’avanzata. Il saccheggio vero e proprio della città di Mosca avvenne dopo il 14 settembre; Napoleone infatti, dopo aver ordinato la ritirata, fece compiere uno dei più minuziosi saccheggi che la storia ricordi. Su 200 carri furono caricati gioielli, candelabri, cornici, dipinti e persino il grande crocifisso d’oro del campanile “Ivan il terribile” nel cuore del Cremlino.
Per anni si è cercata traccia dei duecento carri del bottino di Napoleone mai arrivato in Francia; in epoca Sovietica furono ritrovati solo una decina di zaini pieni di refurtiva lungo il percorso della ritirata dell’esercito napoleonico.
Secondo le recenti ricostruzioni storiche, durante la fuga, un piccolo contingente di militari francesi si sarebbe allontanato dagli altri per nascondere il tesoro in un luogo sicuro. Nell’area “segreta” a seguito di ricognizioni preliminari sarebbero state ritrovate cinture, bottoni e munizioni di soldati napoleonici; la tesi sarebbe avvalorata dalla tradizione orale che si tramanda tra gli abitanti della zona: si racconta infatti, che un centinaio di francesi apparsi dal nulla, scavarono per una notte intera per poi dileguarsi. Aleksandr Serjoghin, lo storico responsabile di questa missione inoltre è convinto di possedere una mappa precisa di quel luogo.
Il team russo certo del successo domani mattina inizierà le prime attività di scavo, in una zona di cui le coordinate per ovvi motivi sono secretate, si sa solamente che si trova in un triangolo compreso tra le città di Smolensk, Elnja e Kaluga. Se i risultati di scavo daranno ragione allo storico Aleksandr Serjoghin un immneso patrimonio di inestimabile valore sarà restituito al governo russo.