La Giornata Internazionale della Donna spesso riconosciuta solo per il suo valore consumistico e commerciale, è il giorno in cui si vogliono ricordare le conquiste sociali politiche ed economiche che le donne hanno ottenuto nel corso dei decenni, senza dimenticare le molte realtà in cui le donne sono ancora oggi oggetto di discriminazioni e violenze di genere spesso legalmente accettate.
Ma quali sono gli avvenimenti socio politici che hanno portato le Nazioni Unite a proclamare nel 1975 una Giornata Internazionale delle Donne? E perché si festeggia l’8 marzo?
Agli albori del XX secolo, la rapida industrializzazione e l’espansione economica condussero la classe operaia a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro: nel 1907, nel corso del VII congresso della II Internazionale Socialista a Stoccarda fu votata una risoluzione nella quale i Partiti Socialisti si impegnavano a “lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne”.
Nel 1910, in occasione della Prima Conferenza Internazionale delle Donne a Copenaghen, più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per la lotta femminile al fine di ottenere l’uguaglianza sociale, festa che fu chiamata Giornata Internazionale della Donna. Già dall’anno seguente, la Giornata contò oltre un milione di manifestanti tra Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Il 25 marzo dello stesso anno il terribile incendio nella Fabbrica di Triangle, dove 148 lavoratori, di cui la maggior parte donne trovarono la morte, portò molta attenzione sul tema della sicurezza del lavoro, e come tale fu ricordato negli anni a venire.
La scelta dell’8 marzo che per molti è associata a un terribile incidente risalente al 1908, in una fabbrica di New York, in cui 129 donne persero la vita a causa di un incendio doloso appiccato da tale Mr. Johnson, è un falso storico, divulgato durante gli anni della guerra fredda. L’unico incidente realmente accaduto sembra essere quello di Triangle appena menzionato.
L’8 marzo è stato fissato il 14 giugno 1921 durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste, tenuta a Mosca, per fissare un giorno comune a tutte le nazioni e chiamata “Giornata internazionale dell’Operaia”, per ricordare l’8 marzo 1917 (il 23 febbraio del calendario non riformato) quando le donne di San Pietroburgo guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra, un episodio che incoraggiò successive manifestazioni di protesta e che portarono al crollo dello zarismo. L’8 marzo 1917 è rimasto nella storia come il giorno che ha dato inizio alla “Rivoluzione Russa di febbraio”.
In Italia la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta per la prima volta nel 1922, grazie all’iniziativa del Partito Comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, poiché prima domenica immediatamente successiva all’ormai fatidico 8 marzo. Il 1 marzo 1925 il periodico quindicinale Compagna, riportò un articolo di Lenin, scomparso l’anno precedente, dove si ricordava l’8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
In Italia la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, dall’Unione Donne Italiane (UDI), associandola alla mimosa, il fiore che sboccia proprio in questo periodo.
Da allora anche grazie ai movimenti femministi degli anni ’60/’70, le donne hanno fatto molta strada per veder riconosciuti i propri diritti, tanto che il 1975 fu designato dalle Nazioni Unite, come Anno Internazionale delle Donne. In quest’anno le organizzazioni delle donne hanno osservato la Giornata Internazionale della Donna in tutto il mondo l’8 marzo, con eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e che ricordassero che la continua vigilanza e l’azione sono indispensabili per assicurare che l’uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. Da quell’anno anche le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’8 marzo come giornata dedicata alla donna.
8 marzo 2010 – Simona Betti