L’Avvenire» interviene sul caso Ruby invocando «sobrietà » per coloro che operano nella sfera pubblica e invitando tutte le parti a fare subito chiarezza. L’editoriale del direttore Marco Tarquinio afferma che: «anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge».
Nell’articolo il direttore dell’Avvenire puntualizza che il giornale dei vescovi ha ripetutamente ricordato a tutti, primo tra tutti il premier, “che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre». Il direttore chiosa il suo editoriale con l’augurio che si esca presto da: “questo irrespirabile polverone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indispensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo”. Il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intanto inizia a valutare la possibilità di una presa di distanza. In ambienti vicini alle istituzioni pontificie impegnate a promuovere i valori della famiglia e della vita c’è chi si sente “tradito da tutto quanto sta emergendo dall’inchiesta dei giudici di Milano”. L’arcivescovo Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzeria Apostolica, esce allo scoperto ed invita ad “attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito alle accuse rivolte al premier prima di esprimere giudizi definitivi” anche se non riesce proprio a nascondere anche lui “sconcerto ed imbarazzo”. “Pronunciarsi sui capi d’accusa del premier è ancora difficile, ma se fosse vero – puntualizza l’arcivescovo – sarebbe veramente inquietante”. “Ognuno deve sforzarsi di osservare comportamenti morali di alto profilo, ma – sottolinea l’arcivescovo – un capo del governo deve essere ancora più attento. A questo punto, pur senza dare giudizi definitivi, è bene aspettare che i giudici facciano il loro lavoro. Ma se fosse tutto vero, la situazione sarebbe grave ed insostenibile. E qualcuno per il bene del Paese dovrebbe fare un passo indietro”.
Inviti al premier a chiarire la sua posizione presso i magistrati, rispetto a quanto uscito allo scoperto nella giornata di ieri, arrivano da più parti. Carmelo Briguglio, uno dei più fedeli sostenitori di Fini, si spinge anche oltre: «Non si può buttare tutto a complotto o macchinazione dei magistrati – ha detto ai microfoni de La7 -. È una situazione che investe il presidente del Consiglio e l’immagine del nostro Paese nel mondo. Non si può chiedere al presidente del Consiglio che si dimetta ma che il premier di fronte a queste accuse dia spiegazioni al Paese e al mondo. Che dia spiegazioni pubbliche e che vada dai magistrati a difendersi». «Qualora non dovesse dare spiegazioni dovrebbe dimettersi», ha aggiunto. «È possibile immaginare che questa cosa capiti ad altri capi di Stato stranieri?», si è chiesto Briguglio. «Possibile immaginare che succeda a Cameron, a Sarkozy, alla Merkel senza che da parte della pubblica opinione ci sia la richiesta di un chiarimento e di dimissioni?».
18 gennaio 2011
Per quanti anni la Chiesa ha taciuto sui casi di pedofilia?Adesso si scandalizza per questo ultimo scandalo politico…da che pulpito viene la predica?????
Sicuramente in altri Paesi europei uno scandalo del genere non sarebbe mai passato “inosservato”, da parte dell’opinione pubblica! Insomma tutti, dai gionali, alla gente per strada ne parla, ma nessuno si schiera con fermezza… ma purtroppo questa è l’Italia!!!
io sono d’accordo con Briguglio…