Il governo di Mario Monti è ufficialmente partito e subito arrivano le prime polemiche. Il primo decreto del nuovo esecutivo tecnico è stato quello di Roma capitale: un segnale politico, oltre che amministrativo, che ha scatenato l’ira della Lega e l’entusiasmo del sindaco di Roma.
Il decreto stabilisce quali poteri statali vengono trasferiti a Roma Capitale e quali, tra quelli regionali, le verranno conferiti con una legge della Regione Lazio.
In pratica, nei prossimi 90 giorni ci sarà il confronto parlamentare e, contemporaneamente dovrebbe essere approvata la legge regionale perché il trasferimento dei poteri sia compiuto.
Ma è la riunione del primo CdM, è stata anche l’occasione per discutere con la squadra di governo la road map che l’esecutivo deve seguire per attuare il programma annunciato in parlamento, con due parole d’ordine: collegialità e fare in fretta.
Servono «tempi rapidi», ha detto il premier, per fornire all’Europa rassicurazioni sull’impegno italiano nel fronteggiare la crisi.
Il Professore ha dato indicazioni ai ministri sulle modalità di funzionamento del Consiglio stesso, affinché si realizzi una stretta collegialità e una efficace funzionalità tra i singoli dicasteri, in costante collegamento fra gli stessi e la presidenza.
Sul piano internazionale invece Monti, dopo quella delle Camere, ha incassato la fiducia del presidente americano Barack Obama, che ha parlato col nuovo premier italiano, congratulandosi per la sua nomina e complimentandosi per “l’elevata competenza” dei membri dell’esecutivo. Oggi invece tocca all’Europa, dove Monti incontrerà Barroso e Van Rompuy, lanciando un’operazione credibilità che punta a riportare il nostro paese nel giusto ruolo che deve avere uno dei membri fondatori: protagonista assieme agli altri partner, delle grandi decisioni. Mentre dopodomani, a Strasburgo, il premier incontrerà la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, dove si discuterà delle politiche per assicurare stabilità all’Eurozona.
Il decreto stabilisce quali poteri statali vengono trasferiti a Roma Capitale e quali, tra quelli regionali, le verranno conferiti con una legge della Regione Lazio.
In pratica, nei prossimi 90 giorni ci sarà il confronto parlamentare e, contemporaneamente dovrebbe essere approvata la legge regionale perché il trasferimento dei poteri sia compiuto.
Ma è la riunione del primo CdM, è stata anche l’occasione per discutere con la squadra di governo la road map che l’esecutivo deve seguire per attuare il programma annunciato in parlamento, con due parole d’ordine: collegialità e fare in fretta.
Servono «tempi rapidi», ha detto il premier, per fornire all’Europa rassicurazioni sull’impegno italiano nel fronteggiare la crisi.
Il Professore ha dato indicazioni ai ministri sulle modalità di funzionamento del Consiglio stesso, affinché si realizzi una stretta collegialità e una efficace funzionalità tra i singoli dicasteri, in costante collegamento fra gli stessi e la presidenza.
Sul piano internazionale invece Monti, dopo quella delle Camere, ha incassato la fiducia del presidente americano Barack Obama, che ha parlato col nuovo premier italiano, congratulandosi per la sua nomina e complimentandosi per “l’elevata competenza” dei membri dell’esecutivo. Oggi invece tocca all’Europa, dove Monti incontrerà Barroso e Van Rompuy, lanciando un’operazione credibilità che punta a riportare il nostro paese nel giusto ruolo che deve avere uno dei membri fondatori: protagonista assieme agli altri partner, delle grandi decisioni. Mentre dopodomani, a Strasburgo, il premier incontrerà la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, dove si discuterà delle politiche per assicurare stabilità all’Eurozona.
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