Voli aerei a rischio a causa del vulcano islandese Bardarbunga?

Una possibile eruzione del vulcano Barbarbunga, in Islanda, riproporrebbe la situazione del 2010-2011: nube di cenere che blocca gli aeroporti e i voli aerei in Europa.

Un vulcano attivo in Islanda produce un enorme nube di cenere
Foto Olycom

Voli aerei a rischio come nel 2010-2011? Vi ricordate quando il nome del vulcano Eyjafjoll divenne “famoso” in giro per il mondo? All’epoca in più mandate, il vulcano posto nel sud dell’Islanda eruttò bloccando in maniera sensibile i voli degli aerei in Europa (era il periodo compreso tra il 14 aprile 2010 e il 23 aprile 2010). I disagi sarebbero poi continuati, in misura minore, fino a inizio maggio.

I danni all’epoca furono calcolati in circa 200 milioni di dollari, senza contare l’enorme disagio per i passeggeri restati a terra e che dovevano ricorrere a metodi e tempi di spostamento ottocenteschi…

La cenere che aveva intasato i cieli europei era considerata pericolosa per la navigazione: così tantissimi vettori erano costretti a restare a terra. La grandezza e il movimento della nube conseguente all’eruzione dipese dalle modalità di “svolgimento” dell’eruzione stessa, oltre che dalle correnti in alta quota. Come vedete dall’immagine sottostante praticamente i 2/3 dell’Europa furono interessati dal fenomeno.

Nube di cenere in Europa 2010 che blocca i voli aerei
L’estensione della nube di cenere vulcanica che bloccò i voli in Europa il 17 aprile 2010. Foto Wikipedia/Hydrox.

Il problema si ripeté nel maggio 2011, questa volta per il vulcano Grimsvotn: l’11 di quel mese si chiusero gli spazi aerei di Scozia, Danimarca, Irlanda del Nord, Norvegia, Germania settentrionale. Anche qui ci furono gravi conseguenze sugli spostamenti in Europa e la situazione necessitò di molte ore per stabilizzarsi.

A gennaio di quest’anno problemi simili ci sono stati in Australia dove i voli per Darwin hanno subito uno stop dopo la nube generatasi dal Sangeang Api, in Indonesia.

Allerta per il vulcano Bardarbunga

Il sorvegliato speciale di queste ore invece è il Bardarbunga. Si tratta di un vulcano alto 2009 metri, posto nella parte centrare dell’isola. Una serie di piccole scosse sono stati gli indicatori che hanno spinto a spostare l’indice di rischio eruttivo fino al livello di “arancione”, il secondo più alto prima di “rosso”.

L’area a nord del vulcano è stata evacuata: il ghiacciaio Vatnajokull, il maggiore d’europa, è posto proprio sul Bardabunga. Un eruzione comporterebbe probabilmente una nuova nube di cenere lasciata alla balia delle correnti di alta quota.

Tutti i rischi delle rotte aeree internazionali

Ovviamente le rotte del nord Atlantico sarebbero le più colpite con un danno importante per gli spostamenti tra Europa e Nord-America. Questo in una situazione dove le direttrici internazionali aeree devono già bypassare alcuni nodi come l’Ucraina, la Siria, l’Iraq e mentre le relazioni Est-Ovest mettono a rischio anche il sorvolo della Siberia per le minacciate sanzioni della Russia.

Eurocontrol, l’agenzia europea che raduna 39 stati e che si occupa di coordinare gli spazi aereei transnazionali (Una specie di Enac/Evan europea), ha però sottolineato che l’Europa è oggi più pronta ad un evento del genere rispetto al 2011 e ha sviluppato meccanismi di azione più efficaci.

In particolare è più facile determinare il grado di reale pericolosità della cenere utilizzando telecamere a infrarossi posti sui satelliti meteorologici mentre nel recente passato si tendeva a bloccare in toto i voli.

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