Ucraina, le difficoltà per una pace duratura nell’est del paese sono notevoli, eccovi i 5 principali motivi per cui la tregua è ancora un miraggio.
Ucraina, la guerra tra esercito e separatisti filorussi nella parte est del paese, quella che ormai abbiamo iniziato a conoscere sotto il nome di Donbass, non accenna a diminuire di intensità, anzi si è negli ultimi giorni aggravata, nonostante da settembre teoricamente sia attivo un accordo di tregua.
In queste ore a Minsk rappresentanti russi, ucraini con la mediazione di Francia e Germania stanno cercando un accordo per scongiurare un ulteriore aggravamento del conflitto che avrebbe conseguenze enormi per tutta l’Europa. Qui sotto trovate la situazione del fronte al 1 febbraio (dato riportato dal profilo Twitter del Consiglio della difesa ucraino)
THE SITUATION IN THE EASTERN REGIONS OF UKRAINE – 29.12.14 full size map http://t.co/3tppiSqvlb pic.twitter.com/1EeZ5IqylV
— NSDC of Ukraine (@NSDC_ua) 29 Dicembre 2014
Abbiamo tentato di riassumere i motivi per cui la pace in Ucraina, ad oggi, è così difficile:
1) L’ex unione sovietica è una mistura di “etnie” inseparabili da confini geografici
In Ucraina ci sono un 77,5% di ucraini ma nell’est del paese si raduna la maggior parte della minoranza russa che arriva al 17% del totale. Una mistura che è preciso retaggio storico e che confini geografici non potranno mai “separare” del tutto.
In presenza di una guida del governo fortemente nazionalista (l’Ucraina ha chiesto da tempo di entrare nella U.E. e ultimamente anche nella Nato) le popolazioni ad est si sentono portate ancora di più verso la Russia.
La guerra degli ultimi mesi ha generato “ritorsioni” reciproche: elezioni autoindette nell’est non riconosciute dallo stato centrale, pensioni non versate nelle aree controllate dai separatisti, difficoltà all’accesso agli stipendi per dipendenti pubblici, difficoltà in generale all’accesso ai contanti.
2) L’Ucraina dipende dal gas russo
L’Ucraina ha una forte dipendenza dal gas russo. Negli anni un prezzo “di favore” praticato dai russi non aveva impedito di accumulare un consistente debito tra i due paesi. Da aprile il prezzo del gas russo dovrebbe tornare a tariffe “non calmierate”.
Il paradosso è dunque quello che lo stato che “sostiene” i separatisti è anche quello che può “ricattare” il Paese con cui discute una tregua tramite l’arma energetica. Non è un caso se tra le richieste ucraine per una pace ci sia anche quella di avere il gas “ad un equo prezzo di mercato”.
3) Quali confini per i territori autonomi dell’est?
A settembre le zone controllate dai separatisti erano meno estese di quelle attualmente “occupate”. Dunque per una fine del conflitto riuscire a stabilire una demarcazione delle aree dell’est autonome è questione prioritaria (nessuno parla di indipendenza di questi territori né di annessione alla Russia, tutti concordano su una loro “larga autonomia”, ovviamente anche sul concetto di che tipo di autonomia dare le posizioni sono distanti).
La Russia chiede che l’autonomia sia concessa a tutte le regioni “di fatto” già autonome e non controllate dall’esercito di Kiev nell’ottica di un futuro stato ucraino confederato.
Ma poi l’Ucraina continuerebbe a pagare stipendi e pensioni in un territorio che di fatto non controllerebbe più?
4) Il gioco delle superpotenze
Finché gli Usa chiederanno che l’Ucraina entri nella Nato sarà estremamente difficile trovare un compromesso. La politica russa è quella di avere una zona “cuscinetto” prima dei paesi dell’Asse Atlantico (di cui ora fanno parte molti stati europei prima gravitanti nell’orbita russa). In sostanza le nazioni confinanti direttamente con la Russia, in particolare quelle abitate da forti minoranze russofone, dovrebbero, nell’idea di Mosca, restare fuori dalla Nato.
Chiaramente un ingresso dell’Ucraina nel Patto Atlantico avrebbe come conseguenza quella che la guerra condotta nel paese dovrebbe essere, in futuro, ancora più “sporca”, con ancora più soldati veri mascherati da “volontari”.
5) Russi e Ucraini accetteranno truppe Osce o Onu a garanzia dei “confini”?
Si è spesso parlato di introdurre nel paese forze di interposizione, qualche settimana fa si era letto che tali forze dovevano essere sotto l’egida europea (Osce). Ora si è aperta anche una possibilità di un mandato Onu. Il problema è che questo mandato e tali truppe di interposizione dovrebbero ricevere una “legittimazione” e un consenso dai tantissimi attori in gioco: separatisti, governo centrale ucraino, Russia. Usa, Europa.
Sia Usa che Russia dispongono di diritto di veto in seno al consiglio di sicurezza Onu, quindi prevedibilmente bloccherebbero ogni soluzione che non trovino minimamente accettabile.
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