Foto: Andrea Cisternino
In Ucraina le autorità hanno pensato bene di ordinare l’uccisione dei randagi per preparare al meglio gli europei di calcio dell’anno prossimo. Nel paese dei Schevchenko – Andriy e Taras – si sono persino dotati di forni crematori perché dei derelitti non rimanga traccia; bocconi avvelenati in ogni strada delle più importanti città del paese, da Kiev a Lysychansk; balordi cecchini sempre molto zelanti quando si tratta di rispolverare l’antica brutalità sopita e killing station in stile gulag, nelle quali gli animali vengono rinchiusi e lasciati morire di fame e di sete.
A Kiev, come già accade in alcune città della Russia, è sorto anche un movimento, quello dei cosiddetti Doghanterov, che individua le povere bestie e fornisce strumenti e modalità di sterminio anche online, indicando addirittura le farmacie dove è possibile acquistare i veleni.
C’è da osservare che l’Ucraina è piena di cani randagi: si stima che nella sola Kiev ce ne siano circa 30.000. Purtroppo, i programmi di lotta a questa triste piaga, che prevedono sterilizzazioni, nuovi canili e una campagna di educazione al problema, si sono più volte rivelati inconsistenti, sia per la mancanza di fondi sia perché – di questi tempi – la gente sembra avere ben altro a cui pensare. In un passato non troppo lontano, cani e gatti venivano uccisi con il dietiline glicolico, un potente veleno illegale che provoca indicibili sofferenze e una lenta morte per asfissia.
Diverse associazioni per i diritti animali, compresa la PETA e la Ukrainian Association of Animal Protection Organizations, hanno denunciato questo crimine; persino la UEFA, normalmente piuttosto indifferente alle questioni di rilevanza politica che non ledono i suoi interessi, fossero anche vite umane, per bocca del suo delegato Martin Kallen ha invitato il governo cercare soluzioni meno crudeli.
Per sospendere questa strage, sul web sono già partite numerose iniziative. Noi vi segnaliamo una petizione internazionale diretta al presidente ucraino Viktor Yanukovych, e poi, una lettera che l’amico degli orsi, Andrea Cisternino, da anni residente in Ucraina – eccezionale fotografo (da non perdere il suo “Randagi: storie di uomini e animali“) e infaticabile sostenitore dei diritti animali -, ha predisposto per richiamare le autorità politiche e sportive alle proprie responsabilità . Sulla sua pagina facebook, che conta oltre 23.000 iscritti, trovate ogni indicazione per far sentire la vostra voce. E’ possibile contattare Andrea anche all’indirizzo e-mail: [email protected].
Inoltre, il fotografo collabora intensamente con Alexandra, una coraggiosa donna ucraina che mantiene oltre 1500 cani e centinaia di gatti scampati allo sterminio di massa ordinato dal governo di Kiev. Purtroppo, il proprietario del terreno che accoglie questi animali ha imposto l’immediato sgombero. Alessandra sta lavorando tenacemente alla costruzione di una nuova struttura, che però dovrà essere pronta prima che lo sfratto diventi procedura coatta.
A Kiev, come già accade in alcune città della Russia, è sorto anche un movimento, quello dei cosiddetti Doghanterov, che individua le povere bestie e fornisce strumenti e modalità di sterminio anche online, indicando addirittura le farmacie dove è possibile acquistare i veleni.
C’è da osservare che l’Ucraina è piena di cani randagi: si stima che nella sola Kiev ce ne siano circa 30.000. Purtroppo, i programmi di lotta a questa triste piaga, che prevedono sterilizzazioni, nuovi canili e una campagna di educazione al problema, si sono più volte rivelati inconsistenti, sia per la mancanza di fondi sia perché – di questi tempi – la gente sembra avere ben altro a cui pensare. In un passato non troppo lontano, cani e gatti venivano uccisi con il dietiline glicolico, un potente veleno illegale che provoca indicibili sofferenze e una lenta morte per asfissia.
Diverse associazioni per i diritti animali, compresa la PETA e la Ukrainian Association of Animal Protection Organizations, hanno denunciato questo crimine; persino la UEFA, normalmente piuttosto indifferente alle questioni di rilevanza politica che non ledono i suoi interessi, fossero anche vite umane, per bocca del suo delegato Martin Kallen ha invitato il governo cercare soluzioni meno crudeli.
Per sospendere questa strage, sul web sono già partite numerose iniziative. Noi vi segnaliamo una petizione internazionale diretta al presidente ucraino Viktor Yanukovych, e poi, una lettera che l’amico degli orsi, Andrea Cisternino, da anni residente in Ucraina – eccezionale fotografo (da non perdere il suo “Randagi: storie di uomini e animali“) e infaticabile sostenitore dei diritti animali -, ha predisposto per richiamare le autorità politiche e sportive alle proprie responsabilità . Sulla sua pagina facebook, che conta oltre 23.000 iscritti, trovate ogni indicazione per far sentire la vostra voce. E’ possibile contattare Andrea anche all’indirizzo e-mail: [email protected].
Inoltre, il fotografo collabora intensamente con Alexandra, una coraggiosa donna ucraina che mantiene oltre 1500 cani e centinaia di gatti scampati allo sterminio di massa ordinato dal governo di Kiev. Purtroppo, il proprietario del terreno che accoglie questi animali ha imposto l’immediato sgombero. Alessandra sta lavorando tenacemente alla costruzione di una nuova struttura, che però dovrà essere pronta prima che lo sfratto diventi procedura coatta.
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