Ha avuto la fiducia in Ucraina un governo nuovo con tre dicasteri affidati a cittadini non ucraini. E la scelta pare sia stata fatta ricorrendo a head hunter. Ulteriore motivo di tensione con la Russia?
In Ucraiana è nato un nuovo governo, sempre a guida del presidente uscente Poroshenko, ma con la particolarità di avere al suo interno tre ministri stranieri. Il parlamento del paese dell’est, da tempo in una tremenda situazione di guerra civile e di para-guerra con la Russia, ha dato la fiducia al nuovo esecutivo con 288 voti a favore, 62 in più rispetto al limite di maggioranza richiesto.
Chi sono i ministri stranieri del nuovo governo ucraino?
In posti chiave dell’esecutivo ci saranno cittadini stranieri. Il nuovo ministro delle Finanze sarà la statunitense Natalia Jaresko. Come si capisce dal nome sono chiare le origini ucraine: la Jaresko è a capo di un fondo di investimenti che fa parte del gruppo Horizon Capital.
Altro ministero cardine, quello dell’economia, altro politico di importazione: il lituano Aivaras Abromavicius che nella vita è un banchiere che lavora per la East Capital ma in passato è stato anche consulente del dipartimento di stato Usa.
Infine come ministro della sanità è stato designato Alexander Kvitashvili, già ministro della salute nel suo paese. Georgia, paesi baltici, Usa tutte nazioni che nel recente passato hanno avuto relazioni abbastanza burrascose con la Russia. Ai tre è stata data immediatamente la cittadinanza ucraina.
Sfida alla Russia? Ucraina sotto tutela occidentale?
Ovviamente la domanda del perché si sia andati a pescare all’estero per coprire posti chiave del governo ucraino resta aperta. Normale scelta per competenze? Normale fino ad un certo punto visto che ricorrere a ministri di altri Paesi non è esattamente abituale e ci pare strano che in Ucraina non esistano personalità di pari competenza.
Il presidente Poroshenko ha così spiegato la scelta: “L’Ucraina ha davanti sfide assolutamente straordinarie, una situazione economica molto difficile, l’aggressione russa, il bisogno di riforme radicali e la lotta alla corruzione, tutto ciò richiede soluzioni innovative nel governo; queste decisioni richiedono la ricerca di candidati per il nuovo esecutivo non solo in Ucraina, ma anche all’estero”.
Secondo il Kyiv Post la cernita sarebbe stata fatta attraverso società di selezione del personale, per altro pagate da una fondazione riconducibile al miliardario americano George Soros.
Qualsiasi cosa ciò significhi e qualunque ne sia la ragione, di fatto questo è un preciso segnale di spostamento verso occidente dell’asse geopolitico ucraino. Cosa abbastanza inevitabile vista la situazione nella parte est del paese dove per altro, nonostante la tregua, non si è praticamente mai smesso di combattere.
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