Non si ferma l’ondata di protesta che da alcun giorni sta abbattendosi su alcune città tunisine. Il governo del presidente Zine Abidine Ben Ali, per tutta risposta, ha inviato la polizia che ha sparato ad altezza d’uomo sulla folla che protestava, lasciando a terra, secondo Radio Kalima, i corpi senza vita di 50 manifestanti.
La radio riferisce inoltre di testimonianze sul posto che parlano di un «massacro civile» e racconta che la polizia avrebbe aperto il fuoco anche contro il corteo funebre di un manifestante ucciso impedendo la cerimonia d’inumazione e costringendo i presenti ad abbandonare il feretro sulla strada per il cimitero.
Il capo dell’opposizione Ahmed Nejib Chebbi, leader storico del Partito democratico progressista, ha esortato il presidente Ben Ali a «fermare il fuoco» e a rispettare il diritto a manifestare.
La Tunisia, è da sempre considerato uno dei paesi più moderati e filo occidentali ma, il rischio che una situazione di grande disagio sociale come quella che sta avvenendo in questi giorni, favorisca l’infiltrazione di elementi fondamentalisti, è sempre più alto.
10 gennaio 2011
Di certo il governo non può pensare di risolvere tutto adoperando la violenza, insomma non si può rispondere al fuoco col fuoco altrimenti si rischia solo una strage inutile realmente risolvere la questione.