Nel suo terzo discorso alla nazione dall’inizio dell’intifada tunisina, il presidente Ben Ali, con un tono diverso dai precedenti, più conciliante, ha promesso di fare marcia indietro rispetto agli aumenti dei generi di prima necessità , ha detto di aver vietato alle forze dell’ordine di sparare sui manifestanti, facendo una distinzione tra questi ed i criminali che approfittano della situazione. Ha promesso riforme ed auspicato la riconciliazione nel paese. Ha annunciato la creazione di una commissione nazionale indipendente “composta da personalità credibili” con il compito di “rivedere la legge elettorale per preparare le elezioni del 2014”: questa legge dovrà introdurre una “distinzione tra le elezioni legislative e presidenziali”, che finora invece si svolgono contemporaneamente. Ma soprattutto Ben Ali ha detto anche di non volersi ricandidare.

”Siamo tutti responsabili per riportare la pace e la sicurezza e per guidare il Paese verso un’epoca migliore”, ha detto il presidente.
 “Vi ho compreso e voglio soddisfare le vostre rivendicazioni. Siamo tutti responsabili per riportare la pace e la sicurezza e per guidare il Paese verso un’epoca migliore”. Queste sono state le parole del presidente Zine El Abidine Ben Ali a conclusione del suo discorso.
Dopo le parole concilianti del presidente si sono fatte più consistenti le probabilità di un governo di unità nazionale.
Ieri intanto i manifestanti avevano saccheggiato decine di supermercati, soprattutto i marchi francesi Carrefour, Casino e Champion alcuni di proprietà di membri della famiglia presidenziale.
Manifestazioni violente di protesta hanno avuto luogo, per la prima volta, anche nella località balneare di Hammamet. Almeno dieci le vittime delle ultime 24 ore.
14 gennaio 2010
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