Parte la mattina alle 8 da casa con lo scuolabus e arriva a scuola alle 13. È accaduto la scorsa settimana a Montorio al Vomano in provincia di Teramo. Le maestre contattano immediatamente la madre e l’avvertono del fatto che il figlio è stato portato all’asilo in quel momento. Lei si precipita lì e scopre che il pulmino, dopo aver effettuato il servizio di trasporto, è rimasto parcheggiato per quattro ore, con suo figlio all’interno, nei pressi del campo sportivo di Montorio per essere poi ripreso intorno alle 13, per andare a prelevare i ragazzi più grandi che frequentano la scuola. Spavento e tanta rabbia da parte dei genitori. La mamma ha raccontato che il bimbo era sotto shock oltre che sudatissimo. Aveva tentato in tutti i modi, anche suonando il clacson, di farsi notare. Ora è in cura da una psicologa. “Si consideri che il piccolo sia stato affidato a persone che hanno quale compito principale quello di garantire la massima sicurezza dei bambini – dichiara l’avvocato Roberto Antenucci, legale della famiglia- se fosse accaduto in una giornata di caldo, le conseguenze sarebbero potute essere ben più drammatiche».
Il sindaco di Montorio al Vomano, Alessandro Di Giambattista, si dice costernato per quanto accaduto. «Abbiamo esternalizzato il servizio di trasporto e dunque non lo gestiamo direttamente ma di certo non abbiamo intenzione di lavarci le mani di fronte a un fatto che consideriamo gravissimo – afferma -I bambini non sono pacchi postali. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e far sì, ovviamente, che questi fatti non accadano più in futuro. Mi rendo conto che i ritmi della nostra società sono frenetici, ma questo non ci consente di giustificare in alcun modo un episodio del genere». A Teramo, peraltro, è ancora vivo il ricordo della piccola Elena, la bimba di 22 mesi morta dopo tre giorni di coma in seguito alla tragica dimenticanza del padre che, invece di portarla all’asilo, l’aveva lasciata nel parcheggio dell’Università per cinque ore.
Il sindaco di Montorio al Vomano, Alessandro Di Giambattista, si dice costernato per quanto accaduto. «Abbiamo esternalizzato il servizio di trasporto e dunque non lo gestiamo direttamente ma di certo non abbiamo intenzione di lavarci le mani di fronte a un fatto che consideriamo gravissimo – afferma -I bambini non sono pacchi postali. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e far sì, ovviamente, che questi fatti non accadano più in futuro. Mi rendo conto che i ritmi della nostra società sono frenetici, ma questo non ci consente di giustificare in alcun modo un episodio del genere». A Teramo, peraltro, è ancora vivo il ricordo della piccola Elena, la bimba di 22 mesi morta dopo tre giorni di coma in seguito alla tragica dimenticanza del padre che, invece di portarla all’asilo, l’aveva lasciata nel parcheggio dell’Università per cinque ore.
Anch’io sono un’autista e quando sento queste cose inorridisco anche perchè nn capisco come ciò sia possibile dato che io porto uno scuolabus di 50 posti e inizio la mattina con le medie poi le elementari e infine la materna. Premetto che per le ultime due categorie a bordo c’è obbligatoriamente un’accompagnatrice e i sedili sono a misura di bimbo. Io li vedo tutti dallo specchietto……… come possono succedere ste cose? Io li vedo anche quando dalla stanchezza si addormentano, così rallento l’andatura per evitare che cadano…………Non sono mamma, ho 42 anni eppure nn ci vuole molto e loro sono tutti adorabili……. mi dispiace tanto per questo piccolino… Alessandra