Un’unione sempre meno democratica dove il popolo sceglierà sempre meno. Così Bernard Guetta, firma di “Franceinter”
I dettagli saranno pronti lunedì. Ma già l’essenziale dell’incontro di lunedì tra la Merkel e Sarkozy si sono potuti comprendere durante il discorso di quest’ultimo a Tolone, l’altro ieri.
La rifondazione europea che Parigi e Berlino proporranno ai loro partner sarà , più solidale, più disciplinata e non lascerà che nessuno dei suoi membri affronti da solo situazioni di difficoltà . A fronte di ciò un totale rispetto dei limiti stabiliti per il debito pubblico. Il superamento del quale, porterebbe rapidamente a sanzioni automatiche.
In questa nuova Europa, saranno i capi di governo di ogni paese che governeranno e non più le istituzioni comunitarie, cioè Commissione e Parlamento. Questo perchè, ha spiegato chiaramente Sarkozy, solo i capi di stato hanno la legittimità per poter prendere decisioni. “È attraverso un collegio intergovernativo che si arriverà all’integrazione europea” ha più volte ribadito il presidente francese che ha escluso qualsiasi idea di un’evoluzione federale proponendo l’Europa delle nazioni che decidono insieme, ma, senza cedere nulla delle loro prerogative.
In questa rifondazione europea, i 17 paesi dell’Euro, dovranno avanzare con decisioni prese a maggioranza qualificata, rinunciare quindi all’unanimità che oggi permette a qualsiasi paese non sia d’accordo, di bloccare tutto, mentre invece l’Europa, ha necessità di decidere in fretta. Infine in questa Europa rifondata, il ruolo della BCE sarà quello di un istituto indipendente come vogliono i tedeschi, ma farà fronte ai rischi di deflazione e cioè, non lascerà che i mercati impongano tassi eccessivi per prestiti agli stati perchè questo condurrebbe a una recessione generalizzata che la BCE deve combattere in virtù delle sue regole statutarie. In una parola l’accordo a venire è sigillato: sarà come previsto, l’Europa del rigore contro un intervento, congiunturale e non istituzionalizzato, della BCE in favore degli stati in difficoltà .
È una soluzione. Rassicurerà tutti coloro che erano inquieti alla possibilità di un’evoluzione federale. Può soddisfare i mercati e contribuire ad uscire dalla crisi. Contribuirà anche a dare sostegno al candidato alle presidenziali francesi Sarkozy, ma questa Europa – e questo è il doppio pericolo in questo compromesso franco-tedesco – sarà sempre più orientata al rigore di bilancio e sociale e sempre meno democratica, i suoi politici non saranno più la scelta degli elettori europei, ma oscure trattative tra governi che potranno continuare a dire: “non dipende da me, è l’Europa”. È una soluzione ma non è necessariamente la migliore.
I dettagli saranno pronti lunedì. Ma già l’essenziale dell’incontro di lunedì tra la Merkel e Sarkozy si sono potuti comprendere durante il discorso di quest’ultimo a Tolone, l’altro ieri.
La rifondazione europea che Parigi e Berlino proporranno ai loro partner sarà , più solidale, più disciplinata e non lascerà che nessuno dei suoi membri affronti da solo situazioni di difficoltà . A fronte di ciò un totale rispetto dei limiti stabiliti per il debito pubblico. Il superamento del quale, porterebbe rapidamente a sanzioni automatiche.
In questa nuova Europa, saranno i capi di governo di ogni paese che governeranno e non più le istituzioni comunitarie, cioè Commissione e Parlamento. Questo perchè, ha spiegato chiaramente Sarkozy, solo i capi di stato hanno la legittimità per poter prendere decisioni. “È attraverso un collegio intergovernativo che si arriverà all’integrazione europea” ha più volte ribadito il presidente francese che ha escluso qualsiasi idea di un’evoluzione federale proponendo l’Europa delle nazioni che decidono insieme, ma, senza cedere nulla delle loro prerogative.
In questa rifondazione europea, i 17 paesi dell’Euro, dovranno avanzare con decisioni prese a maggioranza qualificata, rinunciare quindi all’unanimità che oggi permette a qualsiasi paese non sia d’accordo, di bloccare tutto, mentre invece l’Europa, ha necessità di decidere in fretta. Infine in questa Europa rifondata, il ruolo della BCE sarà quello di un istituto indipendente come vogliono i tedeschi, ma farà fronte ai rischi di deflazione e cioè, non lascerà che i mercati impongano tassi eccessivi per prestiti agli stati perchè questo condurrebbe a una recessione generalizzata che la BCE deve combattere in virtù delle sue regole statutarie. In una parola l’accordo a venire è sigillato: sarà come previsto, l’Europa del rigore contro un intervento, congiunturale e non istituzionalizzato, della BCE in favore degli stati in difficoltà .
È una soluzione. Rassicurerà tutti coloro che erano inquieti alla possibilità di un’evoluzione federale. Può soddisfare i mercati e contribuire ad uscire dalla crisi. Contribuirà anche a dare sostegno al candidato alle presidenziali francesi Sarkozy, ma questa Europa – e questo è il doppio pericolo in questo compromesso franco-tedesco – sarà sempre più orientata al rigore di bilancio e sociale e sempre meno democratica, i suoi politici non saranno più la scelta degli elettori europei, ma oscure trattative tra governi che potranno continuare a dire: “non dipende da me, è l’Europa”. È una soluzione ma non è necessariamente la migliore.
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