Un rapporto della Commissione di inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha svelato le atrocità della repressione in Siria. In un documento di 40 pagine, basato sulle testimonianze dirette di 223 persone tra vittime, testimoni e disertori di diversi corpi delle forze di sicurezza, il pool istituito dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu, ha concluso che l’esercito e le forze di sicurezza del presidente Bashar al Assad hanno commesso “gravi violazioni dei diritti umani”, macchiandosi di crimini contro l’umanità nelle azioni di repressione delle manifestazioni pacifiche antigovernative, uccidendo almeno 256 bambini.
L’ordine di “sparare e di maltrattare i civili è partito dal livello più alto delle forze di sicurezza e del governo e non ha risparmiato neanche i bambini, vittime di torture e violenze sessuali”. Il rapporto parla inoltre di “esecuzioni sommarie, arresti arbitrari e torture, incluse le violenze sessuali”. Un disertore citato dal Guardian ha raccontato di aver visto un militare sparare a una bambina di due anni, dicendo di non voler vederla crescere e diventare un manifestante.
I disertori hanno raccontato di aver ricevuto l’ordine di sparare contro i manifestanti senza preavviso, anche se in alcuni casi i comandanti hanno lanciato avvertimenti prima che i militari aprissero il fuoco e in altri sono state utilizzati mezzi non letali prima di passare all’uso di proiettili veri”. I responsabili di molte vittime “sono i cecchini”. La Commissione ha raccolto diverse testimonianze secondo cui i franchi tiratori aprivano il fuoco su chi cercava di soccorrere i feriti o raccogliere i corpi delle vittime.
Disertori hanno “assistito all’uccisione di compagni che si rifiutavano di eseguire l’ordine di sparare sui civili” denuncia l’organismo presieduto dal brasiliano Sergio Pinheiro.
Torture e uccisioni “sono avvenute all’ospedale di Homes da membri delle forze di sicurezza vestiti da medici, che presumibilmente hanno agito con la complicità dei dottori”. In una dichiarazione congiunta Usa e Ue hanno chiesto nuovamente la fine delle violenze. Ma intanto il regime risponde alle sanzioni varate dalla Lega Araba ritirando quasi tutti i suoi asset dagli altri Paesi arabi. E anche oggi le forze di Assad hanno sparato, uccidendo dieci persone.