Sì logo: la generazione Apple ha i nomi griffati

A 12 anni di distanza dal famoso saggio “No logo” di Naomi Klein, negli Usa è di moda dare i nomi dei più popolari brand tecnologici ai propri figli: Apple, Mac, Hashtag e ovviamente Facebook.
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Che l’impatto dei grandi marchi fosse perfino superiore a quanto profetizzato ormai dodici anni fa da libri come “No logo”, dai movimenti contro le multinazionali e da alcuni romanzi, è ormai chiaro a tutti. Ma le ultime notizie sembrano andare ancora oltre, dove nemmeno la mente più fervida di uno scrittore di fantascienza sarebbe riuscita ad arrivare. Se un tempo capitava di dare ai nuovi nati i nomi di popolari cantanti, calciatori o attori di soap opera, ora capita che le nuove generazioni nascano griffate, con i nomi dei marchi delle più grosse società tecnologiche.

In Egitto una coppia ha chiamato il proprio figlio Facebook, in onore del social network e del ruolo – secondo alcuni determinante, secondo altri meno – che ha avuto nella cosiddetta primavera araba. Ma negli Stati Uniti è la Apple a farla da padrone, non solo nelle lunghe file che puntualmente appaiono a ogni lancio di un nuovo prodotto, ma anche tra i nomi dei neonati. Apple, Mac, Siri (un’applicazione per Iphone) sono alcuni tra i nuovi nomi diffusi ultimamente negli USA. Un’altra coppia ha chiamato la propria bambina “Hashtag”, ovvero la parola chiave utilizzata su Twitter. Ma paradossalmente, ne ha dato annuncio non su Twitter ma su Facebook.

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