Oggi stop dei trasporti in tutta Italia a causa dello sciopero generale proclamato dalla Cgil, che scende in piazza, in 100 città italiane, contro una manovra che definisce “profondamente iniqua” e “aggravata” in queste ore da norme, come l’articolo 8 sui licenziamenti facili, “che hanno come scopo l’abolizione del contratto nazionale, dello statuto dei lavoratori e dei diritti”. Una protesta articolata per ogni turno di lavoro che riguarda tutte le categorie e arriva proprio nelle stesse ore in cui l’aula del Senato inizia la discussione sulle misure anticrisi.
Resteranno fermi per otto ore aerei, treni, bus e traghetti. In particolare piloti, assistenti di volo e personale di terra degli aeroporti scioperano dalle 10 alle 18. Dalle 9 alle 17 lo stop nel trasporto ferroviario e nelle attività di supporto di pulizia delle vetture, di ristorazione a bordo e di accompagnamento notte.
Bus, metro, tram e ferrovie concesse si fermeranno per otto ore secondo modalità stabilite localmente e nel rispetto delle fasce di garanzia. Interessati allo sciopero anche navi e traghetti che ritarderanno di otto ore le partenze e gli autisti di camion che si fermeranno per tutto l’arco della giornata come il personale dell’Anas.
Con lo slogan “Un’altra manovra è possibile”, il sindacato di corso d’Italia ha preparato il quinto sciopero generale dall’inizio di questa legislatura. La Cgil punta il dito contro il combinato disposto della manovra del 6 luglio, approvata dalle Camere, e di quella del 13 agosto, decreto in via di conversione, che sommati produrrebbero una correzione dei conti pubblici senza precedenti “per mole e per iniquità ”. Ma alla correzione, prevede la Cgil, “seguirà un effetto depressivo che prepara il campo a nuove e dannose manovre economiche”.
Al centro della mobilitazione c’è anche la battaglia contro le scelte del governo che tagliano gli stanziamenti alle amministrazioni centrali, agli enti locali, alla sanità e alla pubblica amministrazione. Riflettori puntati inoltre contro l’articolo 8 del decreto in tema di contrattazione collettiva aziendale. Le modifiche introdotte dall’emendamento del Governo “distruggono l’autonomia e l’autorevolezza del sindacato”, sostiene Camusso, e indicano “la volontà di annullare il contratto collettivo.