Botta risposta tra lo scrittore ed il suo editore. Oggi Saviano risponde direttamente su Repubblica a Marina Berlusconi che ieri aveva commentato stizzita la dedica a Ilda Boccassini e tutti gli altri magistrati milanesi impegnati nel caso Ruby, da parte di Roberto Saviano, della laurea in Giurisprudenza honoris causa conferitagli dall’Università di Genova. La Berlusconi aveva espresso “orrore che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della liberta’, della dignita’ delle persone e della legalità , sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi. Il mestiere di giustizia’, come lo chiama Saviano – ha aggiunto nella sua dichiarazione Marina Berlusconi -, e coloro che sono chiamati ad esercitarlo non dovrebbero avere nulla a che vedere con la persecuzione personale e il fondamentalismo politico che questa vicenda mette invece tristemente, e con spudorata evidenza, sotto gli occhi di tutti”. Oggi lo scrittore risponde al suo editore usando le stesse parole del presidente di Mondadori e, figlia del premier. “Mi avrebbe fatto piacere – esordisce Saviano – ascoltare nelle parole di un editore l’espressione “orrore” non verso di me, per una dedica di una laurea in Legge fatta ai magistrati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola “orrore” fosse stata spesa per tutti quegli episodi di corruzione e di criminalità che da anni avvengono in questo paese, dalla strage di Castelvolturno sino alla conquista della ‘ndrine di molti affari in Lombardia. Ma verso questi episodi è stato scelto invece il silenzio. Orrore mi fa chi sta colpevolmente e coscientemente cercando di delegittimare e isolare coloro che in questi anni hanno contrastato più di ogni altro le mafie. Ilda Boccassini, coordinatrice della Dda di Milano, ha chiuso le inchieste più importanti di sempre sulle mafie al Nord. Pietro Forno è un pm che ha affrontato la difficile inchiesta sulla P2 ed ha permesso un salto di qualità nelle indagini sugli abusi sessuali, abusi su minori. Antonio Sangermano, il più giovane, ha un’esperienza passata da magistrato a Messina, recentemente ha coordinato un’inchiesta, una delle prime in Italia, sulle “smart drugs”, le nuove droghe. Accusarli, isolari, delegittimarli, minacciare punizioni significa inevitabilmente indebolire la forza della magistratura in Italia, vuol dire togliere terreno al diritto. Favorire le mafie. Ecco perchè – ribatte Saviano a Marina Berlusconi- ho dedicato a loro la mia laurea honoris causa”.
23 gennaio 2011
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