Oggi a Roma, oltre 150 mila persone. Studenti, organizzazioni sindacali, professori, precari del mondo della cultura e dello spettacolo e politici a gran voce rivendicheranno diritti e politiche sociali a sostegno dei giovani, dell’occupazione, del welfare. Diranno basta ai tagli e al degrado della scuola, alla precarietà, alla disoccupazione. Stop alle corporazioni e alle speculazioni finanziarie.
Intorno alle ore 14 è previsto che il corteo parta da piazza della Repubblica per concludersi, salvo imprevisti, alle 21 a piazza di Porta San Giovanni. Attesi nella capitale autobus in arrivo da 70 province italiane.
Ma la manifestazione romana di oggi è solo l’anello di una catena mondiale che vede sfilare in 951 città di tutto il mondo, milioni di persone. Tutti, «uniti per un cambiamento globale», come recita il titolo del sito internet del movimento internazionale.
La comunicazione è rimbalzata sul web a ritmi via via più sostenuti, dagli Stati Uniti all’India, dalla Spagna all’Italia. Ed è proprio il web il filo rosso che ha unito questi ‘indignados’ planetari, abilissimi a diffondere la voce attraverso la rete, i social network, twitter.
Il loro sito ‘United for a global change’ ha una pagina Facebook con più di 18 mila iscritti. Il video-slogan del movimento, della durata di poco più di un minuto, è tra i più cliccati su Youtube e negli ultimi giorni ha fatto il giro del mondo.
Sulla prima pagina del sito si leggono chiaramente le intenzioni del movimento: «i politici e le elite della finanza non ci rappresentano: devono sapere che siamo noi a decidere per il nostro futuro», per una «vera democrazia».
Intanto nel Pacifico le manifestazioni sono già iniziate.