Chi sarĂ il nuovo Presidente della Repubblica? La “sfida” sembra ridursi a tre principali candidati:Â Veltroni, Finocchiaro, Amato. Ma attenzione agli outsider Cassese e Cartabia.
Presidente della Repubblica: dopo l’abbandono di Giorgio Napolitano stiamo entrando nella fase cruciale per l’elezione del nuovo inquilino del Colle le cui tempistiche sono giĂ stabilite.
Le regioni stanno nominando i loro rappresentanti che andranno a formare il corpo dei grandi elettori che tra fine gennaio e inizio febbraio daranno il nome del prossimo Capo dello Stato.
Ma quali sono i candidati piĂ¹ accreditati? Allo stato attuale pare che per la poltrona del Quirinale ci siano in particolare tre candidati che siano in grado di raccogliere un apprezzamento (e voti) trasversali da destra e sinistra. Ve li presentiamo.
Giuliano Amato
Lunga esperienza politica, militanza nel Partito Socialista e poi adesione al Partito Democratico, ministro del tesoro nei governi Goria, De Mita (1987-1989) e D’Alema (1999-2000), ministro dell’interno nel governo Prodi (2006-2008), presidente del consiglio che approvĂ² una delle Finanziarie piĂ¹ pesanti della nostra storia nei primi anni Novanta.
Amato è un candidato ben visto anche da Forza Italia e dal centrodestra, raccoglie il favore del presidente uscente Napolitano che lo ha nominato membro della corte costituzionale.
Esperienza, preparazione, contatti internazionali certo non gli mancano. Potrebbe essere uno dei classici candidati “di sicurezza”, un “usato sicuro” (perdonate l’espressione) magari votabile dopo che i primi candidati “di bandiera” saranno bruciani e quando la maggioranza richiesta sarĂ solo quella assoluta.
Anna Finocchiaro
Sarebbe la prima presidente donna della storia. Del Pd ma non invisa a Forza Italia e al centrodestra. Esperienza come magistrato (importante visto che il capo dello stato presiede anche il Consiglio Superiore della Magistratura), ministro per le pari opportunitĂ dal 1996 al 1998, a lungo capogruppo del Pd al Senato.
A penalizzare la possibile elezione della Finocchiaro il rapporto in passato non proprio idilliaco con l’attuale premier Matteo Renzi che perĂ² potrebbe usare questa carta per raffreddare le tensioni interne nel suo partito (la Finocchiaro è di area bersaniana-dalemiana) e così ricompattare i Democratici dopo il durissimo travaglio della legge elettorale.
Walter Veltroni
Segretario del Pd per due anni, a lungo sindaco di Roma (tra i piĂ¹ amati, rieletto nel 2006 con il 62% dei voti), vicepresidente del consiglio e ministro per i beni culturali nel governo Prodi (1996-1998). Ma anche a capo della sinistra nella dura sconfitta del 2008.
Una “candidatura morbida” che probabilmente non dispiacerebbe nemmeno al centrodestra, un profilo basso tenuto anche nelle attuali lotte intestine del Pd, presenza in Tv sui canali Mediaset (partecipa come commentatore di cinema al canale Iris) che certo non indicano un odio tra lui e Berlusconi.
Forse Veltroni potrebbe avere buone chanche: è relativamente giovane, conosce l’ambiente romano e l’apparato governativo, ha un profilo abbastanza “istituzionale” privo di spigoli eccessivamente forti anche rispetto i partiti che non gli sono piĂ¹ vicini.
E se diventasse Presidente della Repubblica un “outsider”?
In caso di forte stallo, in mancanza di un accordo tra destra e sinistra (ma anche tra maggioranza e minoranza Pd) potrebbe uscire eletto un outsider, probabilmente un “tecnico”, un giurista di grande esperienza. I nomi che ci vengono in mente sono quelli di Marta Cartabia e Sabino Cassese.
La Cartabia è una cinquantenne (quindi appena oltre la soglia di età per essere eletti), giurista, vice presidente della Corte Costituzionale. Cassese per chi ha studiato diritto non ha bisogno di presentazioni: autore di usatissimi manuale universitari di diritto pubblico e amministrativo, è giudice costituzionale, ha vastissima esperienza di insegnamento (prof. emerito alla Normale di Pisa) ed è stato ministro tecnico (della funzione pubblica) nel governo Ciampi (1993-1994).
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