Oggi, a meno di sette giorni dal primo del 4 agosto, in una settimana in cui lo scenario nazionale e internazionale è peggiorato, ci sarà il secondo incontro fra il governo e le parti sociali. Le prime indiscrezioni sulle novità in cantiere dell’esecutivo per anticipare al 2013 il pareggio di bilancio, sarebbero: la delega fiscale e assistenziale la cui scadenza potrebbe essere accelerata al 2012. Questi interventi però rischiano di non essere sufficienti a realizzare l’obiettivo dell’azzeramento del deficit con un anno in anticipo rispetto alla tabella di marcia della manovra. Il governo, quindi, potrebbe essere costretto a mettere mano al capitolo pensioni, non solo per anticipare qualche misura già prevista dalla manovra ma anche per studiare qualche correttivo. Le indiscrezioni dicono che nel mirino della manovra invece sarebbero soprattutto le pensioni d’anzianità e l’età di uscita dal lavoro delle donne nel settore privato, oltre alla possibilità che si rafforzi la stretta sulla rivalutazione delle pensioni. Misure tuttavia non facili da far digerire ai sindacati che insieme alle imprese incontreranno ancora il governo per un nuovo confronto sulla strategia anticrisi per mettere a riparo con urgenza l’Italia dagli attacchi speculativi sui mercati.
La Lega però, attraverso Bossi, ha fatto sapere che: “Le pensioni dei lavoratori non si toccano. Finche c’e la Lega non si mettono in discussione i diritti della nostra gente. La stabilità non sacrifichi Padania e fasce deboli”. Ma anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha smentito interventi in questo senso.
Oltre a pensioni e assistenza, se le esigenze finanziarie lo renderanno necessario potrebbero arrivare anche altre misure straordinarie. Si parla delle patrimoniale – ad esempio una tantum sulle seconde case dell’aumento dell’Iva – e rispunta inoltre il progetto di aliquota unica per le rendite finanziarie, probabilmente al 20% con l’esclusione dei titoli di Stato. Nella strada già tracciata dal governo c’è poi l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione con la modifica dell’articolo 81, i correttivi all’articolo 41 sulla libertà d’impresa e la riforma del mercato del lavoro.
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