La Camera ha bocciato per la seconda volta la legge contro l’omofobia. Con 293 si’, 250 no e 21 astenuti, l’Aula ha approvato le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pdl, Lega e Udc.
É stato il bis dunque dello stesso copione dell’ottobre del 2009, quando la prima formulazione della legge fu cancellata sempre per una pregiudiziale dell’Unione di centro.
Da allora la ‘madrina’ della proposta Anna Paola Concia, del Pd, aveva tentato di tutto per convincere i colleghi della necessita’ di inasprire le pene per chi aggredisce o picchia spinto da un pregiudizio verso il ‘diverso’.
Il primo testo bocciato introduceva il reato di omofobia, così si era scelta la strada di un ammorbidimento e si era chiesta la previsione di un’aggravante per reati compiuti non solo verso i gay ma in generale “in ragione della disabilità , del sesso, dell’età , della omosessualità ovvero della transessualità della persona offesa”.
Neppure questo e’ bastato a Lega, Pdl e Udc che hanno portato l’argomento dell’incostituzionalità sostenendo, come ha fatto la leghista Carolina Lussana, che si sarebbe introdotto “un trattamento diverso nel sanzionare delitti non colposi”. Dunque, ha aggiunto, “per evitare discriminazioni se ne introdurrebbero altre”. E non e’ stato sufficiente neppure il sostegno alla legge del ministro alle Pari opportunità , Mara Carfagna, che alla fine ha preferito astenersi.
“Oggi il Parlamento era chiamato a decidere se stare dalla parte dei violenti o delle vittime e ha scelto, almeno per una sua componente, di stare dalla parte dei violenti”, ha commentato Concia già rassegnata in partenza.
Durissimo il giudizio di Pier Luigi Bersani. “E’ una vergogna, una delle pagine più brutte e spero che non passi inosservata”, ha detto il segretario del Pd. Eppure, ha ricordato, “quando si e’ trattato del reato di immigrazione clandestina, non si sono fatte sofisticazioni sulla fattispecie di reato. Invece per una norma contro ogni discriminazione si e’ sollevato un argomento inaccettabile”.