Parigi: un attacco alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo ha portato alla morte di 12 persone tra giornalisti, vignettisti e poliziotti.
Parigi, 12 morti, almeno 5 feriti gravi, una strage in pieno centro condotta da un commando di, pare al momento, 4 persone su due differenti auto, armate di fucili semiautomatici che hanno assalito la sede della nota rivista satirica Charlie Hebdo.
In Rete girano già video terribili della scena dell’attentato, tra cui l’assassinio a sangue freddo di un agente di polizia a terra e già ferito e impossibilitato a reagire.
La vignettista Coco alla rivista L’Humanité ha dichiarato che gli attentatori parlavano un perfetto francese e che hanno rivendicato la loro appartenenza a Al Queda.
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L’attacco è durato meno di 5 minuti e l’auto (o una delle due auto) utilizzata è stata poi ritrovata nella periferia nord della Capitale (pare che gli attentatori abbiano costretto con la forza un automobilista a dare la sua vettura).
Charlie Hebdo: una lunga storia di irriverenza
Il settimanale Charlie Hebdo ha una sotira molto lunga: nato come Hara-Kiri nel 1960, chiuso solo un anno dopo dalla magistratura, riaperto nel 1966, chiuso di nuovo nel 1970 e riaperto con l’attuale nome.
Una tradizione di irriverenza e libertà applicata alla politica, alle religioni, alla società civile, vignettisti di valore mondiale come Wolinski e Cabu (purtroppo 2 delle vittime).
Charlie Hebdo aveva visto pochi anni fa la sua sede andare distrutta a seguito del lancio di bombe molotov che l’avevano completamente incendiata e aveva subito anche un attacco informatico. All’epoca la matrice islamica, come nel caso dell’attentato di oggi, era stata ritenuta la più probabile.
Attualmente Charlie Hebdo vende 150 mila copie.
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