Barack Obama lancia un monito ai militari libici che sostengono Muammar Gheddafi: «Chi commette violenze contro la popolazione civile ne sarà responsabile, sappiate che la Storia si sta muovendo contro il colonnello». Il discorso di Obama si articola su tre cardini: «La violenza deve avere fine, Gheddafi è del tutto delegittimato e se ne deve andare, chi esercita violenze contro i civili ne dovrà rispondere».È questa la dottrina Obama sulle rivolte arabe. «In Egitto abbiamo accompagnato il cambiamento senza intromissioni e il risultato è stato l’assenza di antiamericanismo fra i manifestanti» sottolinea Obama, facendo capire che anche in Libia punta a favorire una soluzione dall’interno. Questo non significa che il Pentagono abbia scartato l’ipotesi di un intervento. Obama tiene a sottolineare che navi e marines al largo della Libia servono per «poter intervenire rapidamente se necessario» in caso di «carenza di cibo a Tripoli con Gheddafi chiuso nel bunker» oppure di «gravi violenze contro i civili». Cioè se il colonnello dovesse decidere di lanciare gas mostarda sulle regioni ribelli o di procedere a stragi di massa. Obama non esclude l’imposizione di zone di interdizione al volo sopra la Libia ma tiene a sottolineare che la priorità per le forze Usa è condurre «operazioni umanitarie». Da qui l’annuncio dell’impiego dell’Us Air Force «per trasportare in Egitto i profughi egiziani che si trovano in Tunisia», l’invio di navi «per soccorrere chi ne ha bisogno» e l’ordine dato all’Us Aid – l’Agenzia federale per gli aiuti internazionali – di creare delle postazioni lungo i confini, dove si stanno concentrando migliaia di persone in fuga.
L’altro aspetto che tiene in considerazione Washington è evidenziato dal Segretario di Stato Hillary Clinton, secondo la quale «l’Iran sta tentando di approfittare delle rivolte arabe per mettere piede in Egitto, Yemen e Bahrein». E dunque anche l’instabilità libica giova agli avversari degli Stati Uniti in Medio Oriente.
Sul fronte militare intanto, Gheddafi ha fatto nuovamente bombardare il nuovo temine petrolifero di Brega, la città libica orientale dove gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. I ribelli libici stanno facendo rotta in massa verso Brega per rafforzare le loro posizioni prima di un eventuale attacco delle truppe del rais. Tutto questo mentre le tre navi da guerra Usa che hanno attraversato mercoledì il Canale di Suez, sono ora a 50 miglia al largo della costa libica e circa 400 marines sono arrivati nella base americana di Souda Bay a Creta, pronti a imbarcarsi a bordo delle unità da guerra Kearsage e Ponce che dovrebbero attraccare sull’isola greca nelle prossime ore.
di Redazione
4 marzo 2011
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speriamo solo che il discorso di Obama faccia ragionare Gheddafi o chi per lui e che questa storia finisca al più presto senza ulteriori conseguenze per la popolazione!